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mercoledì 27 febbraio 2008

Casi della vita

Uscita dall'ufficio prima del solito, Ludovica torna a casa di buon umore e soprattutto affamata. Apre la porta di legno scuro dell'appartamento. Le luci sono spente. Nessun rumore. Accende la luce nel grande soggiorno dalle pareti una volta bianche e posa il sacchetto della spesa sulla piccola tavola da pranzo decorata da un centrotavola a quadroni verdi e viola. Entra in una camera da letto in cui troneggia un letto coperto d'azzurro e in cui vestiti e scarpe sono sparsi un po' ovunque. Si disfa del soprabito e in un balzo è in cucina. Padella, tagliere, cipolle, verdura, pollo. Dopo 15 minuti è in camera sua che mangia davanti al pc accesso.

Ludovica: allora, com'è andata la giornata?
Giuseppe: bene, tra un po' vado da Vanni a vedere la partita con tutti gli amici del fantacancio. Mangiamo la pizza.
Ludovica: Diavola?
Giuseppe: sì io sono un abitudinario, mangio sempre la stessa pizza, leggo la targhetta dell'ascensore tutti i giorni...
Ludovica: sono un abitudinario come Elio?
Giuseppe: yeah
Ludovica: beh ora scendo, vado a telefonare a mia madre.


15 minuti più tardi

Voce: Pronto?
Ludovica: Ciao
Voce: Pronto?!
Ludovica: Mamma? Pronto?
Voce: Ludovica! Ciao!
L: Ciao Mamma! Come stai?
MdL: Bene, sto proprio bene. Ho un messaggio per te. Ti ha chiamato Maura, quella tua amica di Roma.
L: Ah sì? Mi fa piacere
MdL: Non lo sa sapeva che vivi a Barcellona.
L: Sì, l'avevo chiamata prima di partire, ma non la trovai.
MdL: ha la possibilità di mandare una persona a insegnare in America per un anno. E ha pensato che poteva fa rti piacere. Lo stipendio non è molto alto, ma avresti vitto e alloggio. Le ho già detto tutto, Cce hai un contratto a tempo indeterminato etc. MI ha lasciato il suo recapito, così la chiami e le dici.
L: insegnare cosa?
MdL: ah questo non lo so.
L: vabbè, tu come stai? che mi dici? io oggi...

15 minuti più tardi.

Ludovica passeggia tranquilla in un vicolo del centro storico di barcellona, con le vetrine illuminate e il popolo vociante a due passi da lei. Nella mente pensieri vaganti.
Ah così Maura non si era dimenticata di lei. E' strano come lasciamo una traccia nella mente della gente, a volte. Come la stima che qualcuno ha avuto di noi anni orsono non diventi polvere.
Insegnare italiano in una università americana? ad agosto. un anno. Gli Stati Uniti non sono la mia cup of tea. Voglio libertà, non schemi. Piuttosto l'Argentina, il Perù, il Guatemala. Sono qui da troppo poco... e ci sono venuta per voglia di sedenterietà... Bello cullarsi nell'idea però. Ma la vita è un'altra cosa. Pero bello che Maura ancora mi pensi. Certo se fosse stato per insegnare linguistica, non ci avrei pensato 30 secondi. "non hai vinto, ritenta".

Ludovica è arrivata a casa, al PC c'è Dorotea. Ludovica racconta la novità, ma le ossa le fanno male, e il cervello è mezzo addormentato...

domenica 24 febbraio 2008

Tocar un Djembe

Ne avete mai suonato uno?
Io sì!

Oggi! Qui.
Un'esperienza
inolvidable.

Duemila persone, incluso un congruo numero di ragazzini, a suonare e ridere insieme guidati da una band francese.
Un modo sicuro per scaricare l'energia, avere mani doloranti e divertirsi da matti! :-)

Dalla padella alla brace

ore 1.17 della notte, ovvero 5 minuti fa.
Pretty aveva una musica "violinosa" a volume alto.
Scogliera si fa coraggio e va a chiedere di abbassare il volume.
"Yeah sorry", risponde Pretty.

Ma ora...
Senza la musica...
Sento le molle del lettooooooooooooooooooooooooooooooo
aaaargh

mercoledì 20 febbraio 2008

Mischiafrancesco*

il mare la sera...
... a barceloneta...

Il vento...
la notte
poca gente
senso di periferia
l'odore del mare come uno schiaffo
La voglia di nuotare. Dell'acqua gelida che avvolge il mio corpo.

Mentre scrivo ho cominciato a cercare in youtube "Pasolini", spinta dalla canzone di cui sopra, che come saprete è proprio dedicata a lui.

Qualche settimana fa, in un festival che hanno fatto qui, ho visto Pasolini prossimo nostro (vedi video) di Giuseppe Bertolucci. Mi ha molto colpito.
Non so molto di Pasolini, a parte aver letto la sua tesi di laurea e un paio di poesie e aver visto un paio di film (non quelli famosi). Conosco la sua storia per sommi capi...
Mi ha colpito il fatto che quello che diceva 30 anni fa Pasolini sia ancora adesso "rivoluzionario".
Essenzialmente questo.


In youtube c'è anche la scena di caro diario in cui Moretti "parla" di lui.
No, non lo dico per fare l'intellettuale, che tanto si vede subito che non lo sono.

Era solo un pensiero. Forte come quello del mare.
Nuotare, sebbene non a mare, mi ha fatto bene. I miei muscoli dolgono. La mia mente si è svuotata, e i pensieri ansiosi hanno lasciato il posto a un altro genere di pensieri: poesia, musica, film.

A Valencia, nella università, c'era una spiegazione di come la città di Valencia si fosse opposta a Franco. E tra l'altro c'era una poesia di Antonio Machado dedicata alla morte di Garcia Lorca

Machado l'ho letto la prima volta da bambina, curiosando fra i libri di mia madre... Edizione spagnola con testo italiano a fronte. Abbastanza per capire...

La poesia era il mio amore da bambina... Il mio poeta preferito Carducci (orrore!) e Arnaldo Fusinato... (chi è costui? quello de L'ultima ora di Venezia). Doppio orrore!

E intanto ascolto Fabrizio de Andrè...
Che conosco poco tambien...

*Impossibile trovare l'etimo della parola Mischiafrancesco in google... eppure sono sicura di aver letto qualcosa in proposito anni orsono... Una strana parola, nevvero?

23.22... mi sono imposta di andare a letto a un orario decente... 23.33

23.40... peccato che poesia, musica e film mi facciano pensare a lui... alle sue parole di ieri e a quelle dette in questi anni. A quando leggevamo l'ode al carciofo di Neruda, a quando ci chiedevamo come mai la moglie di De Gregori non si incazzasse del fatto che il marito aveva dedicato una canzone d'amore a Caterina Bueno e... a molto altro... a quello che vorrei ora... con lui... a ciò che non si può cancellare, a quello che non tornerà mai più...

martedì 19 febbraio 2008

mi ha detto

che dalla prima volta che mi ha visto non ha smesso di pensarmi
che lo hanno colpito i miei occhi
che si chiedeva come mai parlavo tanto a lungo a telefono
se mi hanno mai detto che sono "muy linda"
se ho un novio
che lui ha voglia di avere una novia
se io ho voglia di un novio
che non devo avere miedo della vita
che pensava che non saremmo mai usciti assieme visto che gli avevo dato buca varie volte
che gli piaccio
che sono molto intelligente
che i romani hanno fatto un sacco di cose grandi
che mi piacerebbe Santo Domingo
che gli piace il cinema neorealista italiano
che non gli piace il cinema americano
che gli piacciono i film giapponesi
che se ero stanca mi accompagnava a casa
che guarda la tv
che sa ballare il merengue
che se voglio mi insegna
che è curioso verso le lingue da quando è bambino
che gli piacerebbe studiare il francese
che quando studiava italiano si impegnava molto
che vive qui da quattro mesi
che gli piace


sorrideva
si era spruzzato un monton di profumo di cattiva qualità
odorava di cipolla
era dolce
mi ha offerto il suo cappello perché pioveva
ha 4 anni meno di me
è più basso di me


********************
Intanto ricciolo è tornato oggi. Se stanotte mi svegliano di nuovo follando, mi alzo e vado a bussare alla porta. Quanto è vero buddah...
********************
E l'uomo col cellulare nuovo mi ha chiesto come ho potuto fare quello che ho fatto 2 anni fa.
E...

Causa ignoranza elettronica...

... anche se normalmente sono abbastanza capace...
e
Causa sistema operativo in spagnolo
non riesco a fornirvi supporto fotografico di Valencia.

Per farmi perdonare però vi lascio il link a una delle mie canzoni preferite di questo periodo:
MORIRIA POR VOS


La cantante - che gli uomini apprezzaranno per doti fisiche - si chiama Amaral :-)

Letras

Como Nicolas Cage en Leaving las Vegas
Veo caer la nieve en la hierba,
Un Robinson en una isla desierta
Como Nicolas Cage en Leaving las Vegas
Soy el invierno contra tu primavera,
Un Dorian Gray sin pasado ni patria ni bandera
Será tu voz, será el licor,
Serán las luces de esta habitación
Será el poder de una canción,
Pero esta noche moriría por vos
Será el champagne, será el color de tus ojos verdes
De ciencia ficción,
La última cena para los dos
Pero esta noche moriría por vos
Como Nicolas Cage en Leaving las Vegas
No tengo planes más allá de esta cena,
Es un misterio hacia dónde la noche nos lleva
Como Nicolas Cage en Leaving las Vegas
Vamos, mi niño, a perder la cabeza
Como si fuera nuestro último día en la Tierra
Será tu voz, será el licor
Serán las luces de esta habitación
Será que suena Marquee Moon
Pero esta noche moriría por vos
Será el champagne, será el color de tus ojos verdes
De ciencia ficción
La ultima cena para los dos
Pero esta noche moriría por vos

domenica 17 febbraio 2008

Avventure finesettimanali

Location: Valencia
Data: Sabato sera
Obiettivo: Cena, preferibilmente Paella
Procedura: individuazione ristorante sulla guida prima di uscire dall'albergo. Arrivare al ristorante con mezzi vari.

Narrazione.
Scogliera e Smilza tutte soddisfatte vanno in centro. Arrivano al ristorante:
Una mesa para dos por favor
Habeis reservado?
No
Todo reservado

Smilza e Scogleira si guardano in faccia e camminano mezz'ora per tutto il centro entrando in tutti i ristoranti. Ogni volta la solita cosa.
Fino a un ristorante sfigato. Che dico "sfigato"? Una pizzeria per l'esattezza, che non faceva nemmeno finta di essere italiana.

Scogliera, nata nel paese della pizza, si è fatta furba e si è pigliata una margherita, che per quanto guarnita con l'imbottitura dei sofficini, era passabile
Smilza, non ancora smaliziata, non ha seguito i suggerimenti di Scogliera e si è presa una Pizza barbacoa. Ma voi ve la immaginate la salsa barbecue su una pizza? Assieme a cipolle e beicon? alla modica cifra di 12.50 euri?
Poverina, voleva vomitare.
- "From now on, I'll always follow your advise, Scogliera!" :-)

So' soddisfazioni :-)

Vabbé il resto ve lo racconto domani.

Buonanotte a tutti i miei 25 lettori (Come sono ottimista stasera!) :-)

mercoledì 13 febbraio 2008

Mio nonno

Nonno Rino era del 1910. Era del segno dei gemelli, ma io questo l'ho scoperto solo da grande.
Nonno Rino per me è un sorriso. E una carezza sulla testa di Wisky e una sulla mia.
Eravamo alti uguali io e Wisky, solo che Wisky si estendeva in lunghezza, con le sue 4 zampe e la coda pelosa. Anzi forse Wisky era un po' più alto di me. Anche se era più piccolo credo, ma non ci giurerei, non capisco molto di età dei cani. Eravamo grandi amici. Giocavamo a nascondino. Io mi nascondevo dietro la poltrona di pelle azzurra e lui infilava il muso dietro la spalliera per trovarmi.

Nonno Rino era in pensione e aveva molti hobby. Allevare colombi bianchi nella colombaia sulla grande terrazza al settimo piano di Via LP. Coltivare pomodori e altri ortaggi in grandi vasi sulla medesima terrazza. Martellare chiodi nel misterioso sgabuzzino, pieno di viti e attrezzi, annesso alla grande terrazza. Collezionare le schede degli animali. Prendersi cura della sua prima nipotina.
Per quella nipotina la terrazza del nonno, Wisky, i colombi, la grande pianta di pomodori che si arrampicava sulla ringhiera e la coppola di tela bianca del nonno costituivano non solo l'attività principale dei lunghi pomeriggi estivi ma soprattutto un luogo incantato, in cui tutto era permesso e in cui l'amore era al centro di tutto.
A Scogliera bambina il nonno aveva insegnato a prendere i semini contenuti in quei contenitori che sembravano noci di cocco svuotate e a portarli ai colombi bianchi appollaiati nella loro gabbia gigantesca in cui potevano entrare anche le persone. E aveva insegnato a salire in modo da vedere le uova del colombo che stava più in alto. E a mettere la mano nella cassetta, e le aveva fatto sentire l'uovo caldo, cosi bianco. "Nonno, ma le uova dei colombi si mangiano come quelle delle galline?" "Nonno, perché i colombi bianchi sono nella colombaia e i colombi grigi sono liberi?"
Sì, mio nonno gettava il mangime su tutta la terrazza e i piccioni arrivavano dal cielo. Era sempre grigio il pavimento della terrazza. E io passavo il tempo a rimirarli. Anche quando andavamo ai giardinetti e il nonno portava il pane. Io guardavo il collo dei piccioni allargarsi e poi deglutire, osservavo la curva della gola, e l'occhio fisso sui lati, mentre il becco andava dritto alla meta. Il nonno con una mano teneva "il bastone del nonno" e con l'altra teneva la mia manina. Mentre scendevamo le scale del sottopassaggio che da Via LP portava ai giardinetti io gli guardavo le mani. Scure con pelle spessa e secca, e grandi macchie marroni.
"Mamma, perché il nonno ha le macchie marroni sulle mani, che cosa sono?"
"Sono macchie di vecchiaia."
L'ultimo Natale, a casa, mia madre aveva una macchia marrone sulle mani. E io ho pensato: la mano del Nonno Rino.

Oggetti del nonno Rino:
La sedia di legno marrone scuro, con i braccioli a forma di tarallo. Io e mia sorella, quando mio nonno non c'era o dopo la sua morte, facevamo a gara per sederci su quella sedia. Non ne ho mai più viste di simili, ma un tempo doveva essere un tipo si sedia molto comune. Quando mia nonna decise che era giunto il momento di buttarla, mi sembrò che un pezzo di vita se ne andasse. Ma ora scopro che quella sedia è qui con me.
Il cassetto del guardaroba/specchiera che stava nell'ingresso, contenente le palline di gomma che rimbalzavano, simili alle palline antistress di oggi, ma di una gomma meno lucida, meno moderna e molto scolorita. Gialla rossa blu.
Un tiradadi nero con coperchio giallo (un po' come un portarullino) e due dadini di plastica azzurri.
Il giradischi. Con la cassa esterna di plastica verde rigida, doveva aver visto la guerra. In quel giradischi metteva i dischi per me. Heidi, Mi scappa la pipi, I suonatori di Brema (con la copertina di carta azzurra e la scritta rosa "la banda dello zecchino"). E il magico disco con i versi degli uccelli, che ascoltavo seduta sulle sue ginocchia mentre mi sbucciava le fave.
Il calendario a dadini di legno. La filastrocca sui mesi: 30 giorni a novembre, con aprile, giugno e settembre...
La foto di Zio Tonino, figura mitologica che non ho mai avuto il piacere di conoscere. Il fratello maggiore di mio nonno. Ho conosciuto la moglie, lei sì che me la ricordo. Lei e le sue stranezze.
I televisori e relativi mobiletti.
Una volta morto mio nonno e gettati i televisori causa inutilizzabilità io e mia sorella, anche detta "a patanella ru nonn", li utilizzavamo come se fossero stati pattini da mettere sotto la pancia (in realtà noi dovevamo arrampicarci su quei mobiletti (i carrellini, li chiamava mia nonna) e ci giravamo per tutta casa di mia nonna, la quale ci urlava dietro perché aveva dato la cera. E ora che ci penso era in uno di questi strani "mobiletti" che erano riposte le palline e i dadi.
Beh, a pensarci, se volessi descrivere tutti gli oggetti e i ricordi ci vorrebbero anni.
Avevo solo 6 anni (e [6] anni sembran pochi quando poi ti volti a guardare e non ci sono p), ma è incredibile quanto quelle cose siano profonde dentro di me, riposte in un angolo del mio cuore. Indelebili.
E le caramelle mou e i trasferelli.

Fino alla nascita di mio cugino. Il primo nipote maschio. Deve essere stato il primo attacco di gelosia della mia vita. Per la prima volta mio nonno, mio indiscusso ammiratore, aveva comprato una gallinella in latta colorata, di quelle a cui si dava la corda per farle camminare, al bimbo che per volontà di mio nonno non si chiamava come lui. Ricordo mio cugino con meno di un anno scorrazzare nel girello per tutta la casa... che già non era più quella con la grande terrazza, in cui già più non c'era il cane...
I miei nonni erano stati sfrattati, proprio nel periodo in cui mio nonno aveva scoperto di avere un tumore al polmoni.
Poi morì. E io risi per due giorni quando me lo dissero.
Pare che io arrivai alla porta della stanza di mio nonno morente proprio nel momento in cui lui stava esalando l'ultimo respiro. Una porta di vetro chiusa. Erano le sette del mattino.
Non più capelli bianchi rasati a zero da accarezzare. Non più Kojac nel letto con lui né le fette biscottate con la marmellata. Né la tosse. Né mia nonna che si lamentava perché il nonno era dimagrito e che parlava del "dottorino" che lo veniva a visitare.
Uno scheletro in realtà era diventato. Ma gli occhi, per quanto sofferenti, sempre profondi e con un guizzo d'intelligenza e d'amore che balenava a tratti.

[suscettibile di modifiche]

25 anni fa

Ieri, mentre ero in ufficio mi sono accorta che era il 12 febbraio 2008. Ovvero 25 anni dalla morte di mio nonno. Mi sono detta, vabbè stasera scrivo un post su Nonno Rino (incredibile chiamo qualcuno con il suo nome vero), ma non l'ho fatto...



... Poi, poco fa ho letto il post di Viola e ho pensato "mio nonno non era marinaio", mio nonno coltivava i pomodori sul terrazzo, e mi faceva sentire i dischi con il canto degli uccellini, e mi leggeva le schede degli animali.

Sì perché in fondo io ero troppo piccola per capire che mio nonno era in pensione, e per capire che lavoro avesse fatto prima.


[segue]

lunedì 11 febbraio 2008

Pezzi di sorrisi, pezzi di canzoni


C'è qualcosa di più accogliente e vivificante della sensazione di infilarsi sotto il "nordico" con la "funda" pulita pulita, tutta azzurra, subito dopo essersi fatti una doccia calda ed essersi asciugati i capelli, con l'odore d'arancia del bagnoschiuma sulla pelle e l'odore della crema all'aloe vera che evaporano tra le lenzuola?

Ci sono le passeggiate in montagna con il sole caldo, anche se è febbraio, e chiacchiere e risa. E quaranta persone felici, anche se si conoscono poco. Che camminano su sentieri accidentati per raggiungere un castello cataro. E c'è il buffone del gruppo che trova modo di scandalizzare le donne, e ci sono i calÇots da mangiare in piedi, con il bavaglione attorno al collo bevendo dal porron, ridendo e parlando e insozzandosi tutti.

Ci sono i sabati mattina in piscina, all'aperto. Strana sensazione di libertà quella di nuotare in piscina con il costume olimpionico, occhialini e cuffia, ma all'aperto, su una terrazza enorme due metri più in alto della spaggia, con il mare che fa capolino da dietro alla ringhiera. E la gente stesa sui lettini, tutt'attorno alla piscina, a leggere, ascoltare musica, chiacchierare, con pareo e panini, proprio come se fosse in spiaggia in una domenica estiva. Ma non c'è la calura. C'è una brezza leggera, e il sole ancora deve riscaldarsi, si sta solo allenando. Ancora deve dare il meglio di sé. E ci sono le mie bracciate sull'acqua chiara, non troppo spessa, e c'è la ragazza che mi chiede "nadamos en ronda?"

E ci sono le amiche, quelle che si ricordano di te anche se sei lontana. Quelle che ti chiamano se pensano che tu stia male e quelle che hanno bisogno di te quando perdono il lavoro, quando il loro ammiratore degli ultimi mesi si trasforma in depresso cronico, quando un vecchio amore tornato alla mente impedisce loro di vivere il quotidiano.

E ci sono i ricordi. E c'è il futuro da qualche parte. Anche se non lo vediamo e non ne sentiamo l'odore, ha appena girato dietro il costone di roccia, e ora vola alto sul mare. Presto sarà qui, con il suo odore di oceano e di capelli scuri neri bagnati. O con un sorriso svedese.

E accompagnarti per certi angoli del presente che fortunatamente diventeranno curve nella memoria quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai più niente, ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria!

mercoledì 6 febbraio 2008

feed aggregator

Chi l'avrebbe mai detto che avrei fatto un APPELLO?
Come nella peggiore televisione: magalli, la de filippi e enrico papi.

Dico: causa nuovo pc, mi trovo in assenza di un feed aggregator o come cavolo si chiamano quei programmi "accunciulilli" per leggere i blog. Antes, usavo un cosa chiamato Great news, ma non so da dove daunloadarlo.
Purché funzioni, sia gratis, sia facile da usare e mi diate l'indirizzo della pagina di daunload, mi va bene qualsiasi cosa.
Lo so che in teoria potrei cercarmelo da sola guglando, ma: sarà che il pc ha tutto impostato x lo spagnolo, o sarà che so stanca, non trovo Nada de nada.

"Merci" a tutti

martedì 5 febbraio 2008

follar por la noche?

Sono le 3.31 di notte. Sono appena stata svegliata da rumore di coppia che tromba. Ed è la terza volta in tre giorni. Devono per forza farlo la notte sti rompicoglioni?

Notasi che il tema fa praticamente il paio con il post precedente: io mi faccio le pippe mentali e loro trombano. Cosa voglio di più dalla vita? :)

lunedì 4 febbraio 2008

pippe

Tutti ci facciamo pajas mentales, soprattuto se siamo in periodo di sindrome premestruale del cazzo.
Ma io di più.
M'è venuta l'ansia, l'angoscia delle scelte sbagliate, le domande interminabili sul futuro, il rancore verso il mondo capitalista, verso l'america che mette brevetti sugli alberi indiani, verso Marini, prodi, berlusconi e via discorrendo, verso Carla Bruni che sposa il presidente francese, verso i saldi che impazzano, verso Moviestar che cerca di farmi passara da Vodafone a movistar appunto, sguinzagliando telesellers che mi telefonano alle nove di sabato mattina... e mi vogliono regalare un cellulare, e la tariffa è molto più conveniente di quella di vodafone, ma io li mando affanculo: perché odio le compagnie telefoniche. E il capitalismo. E la smania di essere qualcuno, di guadagnare di più, di andare nei ristoranti più fighi, di avere i figli più guapos, e così via...

E i problemi scemi tipo: mi iscrivo in palesta oppure no?
Vado a cena fuori oppure no?
E mi manca mia madre. è stato il suo compleanno e io non c'ero.

E vabbè... passerà anche stavolta... speriamo almeno arrivino presto e se ne vadano a cagare.
Sta "regla" di merda.

domenica 3 febbraio 2008

pensando pensando...

n

Hace un tiempo, uno dei miei lettori preferiti ha ritenuto opportuno omaggiarmi della targa che vedete sopra, della quale vado molto orgogliosa.


La catena è cominciata qui.

Rispettando il senso della catena, eleggo anche io i miei bloggher causa di pensieri. Ovviamente si tratta di alcuni dei miei bloggher preferiti.

Kost, perché pensa da uomo over-thirties e costituisce un valido confronto. Perché da uomo si trova ad affrontare la stessa realtà che affronto io, e la risolve a suo modo. Perché ha un'inquietudine vera.

Desdina, perché mi fa pensare alla me ventenne, al mio amore per la glottologia e per Guccini, all'inizio della mia storia, e perché mi mostra cosa vuol dire avere determinazione a 20 anni.

La Graf, che non scrive più ma di cui ho divorato diversi anni di blog in una notte. Perché mi fa pensare alle risorse delle donne, alla loro ironia, alla loro forza e al coraggio di essere quello che si è.

Altri blogger mi fanno pensare, ma questi sono quelli che sento più vicini in questo momento.