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lunedì 31 ottobre 2011

Dubliners

Se penso a me stessa, penso a una donna che vive a Barcellona, che va in ufficio in metro, che la mattina sulla strada da casa alla metro saluta il fruttivendolo che sa dire buongiorno e gracce mille (non è un refuso, diceva proprio così gracce mille), che ha pochi amici ma affezionati, a cui piace fare tante cose, che va in piscina al Can Dragó, al cinema Verdi, a mangiare nei giapponesi con Bufet libre, che legge il blog del concittadino Hanz, che adora patatas bravas, calamares a la andalusa, il ristorante Marvic, che ama le parole Bon dia, Moltes gracias, De res (y algunas més), che sorride sempre.

Sarebbe più corretto che io pensassi a me stessa come ad una donna che vive a Dublino, che lavora per lo più in casa, che non parla con nessuno del vicinato, che non ha amici nella città in cui vive, che non fa quasi niente, non va in piscina, non va al cinema, che guarda le serie in TV (la TV?!!?!?), che non va quasi mai a mangiare fuori, ma se può cerca posti dove facciano l'Irish Stew, che evita ristoranti italiani e spagnoli come la peste, che non ha amici vicini ma solo lontani, che legge il blog di Hanz (un italiano che per sua fortuna vive a Barcellona), che non ama specialmente nessuna parola locale, che cerca spagnoli e catalani con cui parlare la sua lingua preferita.

Se penso a me stessa penso a una donna di 36 anni in grado di cambiare la sua vita e di prendere le sfide che la vita le offre. Se penso a me stessa penso a una donna che ce la sta mettendo tutta per dimostrare a se stessa che l'opinione che qualcuno aveva di lei non era corretta. Se penso a me stessa, penso alla quantità di persone che mi vuole bene o che credo mi voglia bene. Se penso a me stessa...