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domenica 20 gennaio 2008

Il polipo

Prima di natale ho conosciuto un tizio, amico di chicomexicano.

Alto, bastante moreno, spalle larghe, direi un po' palestrato nelle spalle, la faccia da ragazzino. Filosofo, sedicente matematico.

Non mi ha detto molto, finche alzandosi dal divano su cui era seduto, mi ha accarezzato con un dit sotto il mento. Lo conoscevo da due ore, ci avevo parlato 15 minuti al massimo.incredibile il mio bisogno di affetto e di contatto fisico con gli uomini. Un abbraccio dato per caso mi rinfranca.

Lo imputo ormai da un po' all'assenza della figura parterna nella mia infanzia, all'assenza di quegli abbracci che quasi tutte le donne hanno vissuto da ragazzine, l'assenza di quele attenzioni disinteressate di un uomo adulto.

Dopo quella carezza me ne ha fattealtre, tenere e sempre in pubblico, la stessa sera. Mi ha colpito.

Finché all'uscita di gruppo successiva e carezze sono diventate abbracci e un po' eccessivi e la sua attrazione fisica verso di me evidente e preponderante. E non si può dire che mi dispiacesse, se non fosse che sapevo, e non da lui, che era fidanzato.

Ieri, altra uscita di gruppo non mi abbraccia piu, e il suo atteggiamento era completamente diverso, con mio sollievo.

Tutto questo per dire che nel mondo c'e un sacco di gente deludente, che le mie aspettative sono sempre alte e che a volte vorrei stare nella testa della gente.

venerdì 4 gennaio 2008

Verità individuali

È che l'amore, come la vita, è una cosa che va per la sua strada. Non possiamo evitare che vada in una certa direzione. Non possiamo evitare che si esaurisca sotto l'influsso malefico della routine, delle incomprensioni, dei rancori non esternati, dei torti che si sente di aver subito.

Cionondimeno, il ricordo di un sentimento sincero e forte come pochi resta indelebile dentro di noi.

Ieri un'amica d'Irlanda in visita mi ha chiesto come andassero le cose con l'uomo col cellulare nuovo. Se acabò.