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venerdì 29 agosto 2008

Cose2

Cose apparantemente facili: andare al bancomat, inserire il bancomat nell'apposita fessura, digitare codice e somma desiderata, e ritirarla.
Che si trasformano in difficili:
il puto bancomat si trattiene la scheda!!!


aaaargh!!!

giovedì 28 agosto 2008

come io e te che stiamo a guardare tutte queste cose passare

Cose facili: trovare il sito dell'Università di Barcelona e scoprire tutto, tutto ma proprio tutto riguardo al corso di laurea a cui ti vuoi iscrivere.

Cose difficili: capire dove si deve andare per iscriversi all'università di Barcelona


Cose facili: decidere come vestirti per andare a mangiare una pizza napoletana

Cose difficili: trovare le chiavi di casa ammishcate al tuo disordine prima di uscire per andarti a mangiare una pizza napoletana


Cose facili: fare quattro chiacchiere in messenger con l'uomo col cellulare

Cose difficili: non farti prendere dalla nostalgia quando fai quattro chiacchiere in messenger con l'uomo col cellulare




È venuto qualcuno, baby, che non si è presentato.
È venuto lo stesso, baby, ma non era invitato.
È venuto qualcuno, baby, che ci guarda e sta zitto,
e c'è qualcosa che cambia sotto questo soffitto.

mercoledì 27 agosto 2008

dauntaim

per fortuna esiste il dauntaim.
per fortuna oggi il dauntaim mi ha baciato.
Anche se per poco.
Intanto ho il tempo di scrivere cazzate.

Non è che io abbia molto da dire in reatà. Solo cazzeggio.
-No, tu sbagli cazzeggio. Io uso Facebook :-)
Adattamenti tecnologici di vecchie pubblicità.

Insomma il dauntaim è essenzialmente questo. Chattare con gli amici lontani. Mandare mail. Scrivere post inutili. Twitterare. Pensare. Ciarlare. Progettare vacaciones Pregustare la pizza napoletana che mi mangerò stasera. No, non nel senso che una pizza napoletana ovvero con pummarolo e aglio, bensì una pizza fatta come la farebbero a napoli. Ovvero bbuona. Una pizza che mentre la mangi vedi i ritagli di giornale di maradona alle pareti, e senti la parlata napoletana. E anche se la pizza alla diavola si chiama calabrese, sempre meridionale è. Sempre viene da quell'inferno in cui gli insegnanti dovranno fare i corsi di recupero.

Vabbuò, vado a pigliarmi n'atu ccafé

martedì 26 agosto 2008

credo che non si possa immaginare...

... un oroscopo più bello del mio in questi giorni...
armonia nei sentimenti, capacità di provare emozioni, originalità e sauarfer nel lavoro. Fino al giorno xxx settembre in cui pare che dovrei innamorarmi per davvero.
Se non fosse che l'oroscopo già me l'ha detto più volte quest'anno che mi innamoravo.
E devo dire che la voglia e la predisposizione ci sono.
Manca la meteria prima.
Ma la verità è che non c'è più nemmeno la fretta, non c'è l'ansia, c'è una strana sicurezza che arriverà. Quando dovrà arrivare. Quasi invisibile. Ma subito bene accolto.

E c'è la conapevolezza che il passato è il passato. Quasi come una vittoria.

C'è quella strana percezione della vita che mi dice con precisione e istintivamente se sto perdendo del tempo, che mi fa evitare di mettere energie in cose o persone che non le meritano. Che mi fa andare avanti per la mia strada, perché poi alla fine per me è ancora vero quello che mi insegnò mia madre da bambina, che è meglio soli che male accompagnati. Dove male non vuol dire che la persona che ti accompagna non è buona, ma solo che non è quella giusta per te.

E se Farewell mi fa piangere perché l'ex uomo della mia vita non è più mio, è proprio questa consapevolezza che mi fa sentire forte, forse perché so come ci sono arrivata. Perché so che passo dopo passo, ragione dopo ragione, discussione dopo discussione, errore dopo errore, sono arrivata fin qui. Fino a questa città multilungue ma con una sola tradizione a cui i più devono adeguarsi se vogliono integrarsi.

E insomma anche il terzo dei tre pensieri si è rivelato ampassan. E questa volta non penso nemmeno che dipenda da me. Non penso che potevo fare le cose meglio. Non penso che potevo evitare qualcosa. Penso che ho fatto quello che mi andava di fare, e che proprio perché l'ho fatto so quello che voglio. E quindi quello che non voglio.

E intanto ho un'amica, che dopo domani compie gli anni. Molti meno di me. E sono contenta di passare il suo compleanno con lei, mangiando pizza. Lei che non lo festeggia mai. Lei che prima mi diceva di no e ora si lascia trascinare dalla mia voglia di vivere.

Il fatto di lasciare un segno nella vita e nel sorriso della gente, è anche questo che dà forza. O almeno che dà forza a me. E intanto oggi la mia collega tornata a lavoro dopo due settimane mi ha detto: oh, ma lo sai che ti sei fatta proprio secca. Erano almeno 10 anni che qualcuno non associava a me la parola secca. E oggi ho comprato il biglietto per tornare a casa. E mentre lo compravo mi sono accorta che l'ho comprato per il giorno del compleanno dell'uomo col cellulare nuovo. Ma non ci sarà il suo compleanno. Non ci sarà lui. Né io e lui. Ci sarò solo io, a casa, felice con la mia famiglia. E questo anche è forza. Che poi è anche lo stesso giorno in cui l'oroscopo dice che mi innamorerò. Non che ci creda, eh. Cioè negli oroscopi sì, ma in questa cosa qui no.

Voglia d'amare.

sabato 23 agosto 2008

che poi uno può dirsi tante cose

ma quello che conta è quello che ti viene di fare in quel momento. nel momento in cui qualcosa accade, in cui qualcuno è di fronte a te, e tu decidi se ricambiare l'abbraccio o no. Se fargli il solletico o no. Cosa rispondergli all'essemmesse.

uno può dirsi che è ferito o che non lo è, che pensa a qualcuno altro o che non ci pensa, ma quello che conta è quando te lo trovi di fronte.
Quello che conta è quello che senti mentre in una serata estiva dopo un acquazzone, con il suolo bagnato, vai a caricati il cellulare alla caixa. Perché sei rimasta serza credito. E vuoi rispondergli.
Quello che conta è che abbia pensato ate. A te, immaginandoti sotto la pioggia o nuda a mare, al buio. A te.

Quello che conta è avere un'amica che resta sveglia anche se si sta addormentando sul PC per aiutarti a riscrivere il tuo CV che non aggiorni da 3 anni ormai...

Quello che conta è avere fame.
Avere una casa.
Persone che ci amano seppure all'altro capo del mare.

Quello che conta... 1,2,3,4...

giovedì 21 agosto 2008

la traccia del mio sangue sulla candela

in un racconto di garcia marquez una donna sposata con un soldato, sui Pirenei si fa male un dito, le esce una goccia di sangue che macchia la neve. lei muore.

Oggi ho premuto accidentalmente il palmo della mia mano su un bicchiere portacandela rotto. ma non me ne sono accorta subito, quindi ho continuato a premere. L'orlo rotto del bicchiere, che prima era color bicchiere, ora è rosso.

Quando ciò è successo mi stavo preparando per uscire. Con lui. Con il terzo dei lui.

Ho perso un certo qual quantitativo di sangue. Mi sono tagliata sul monticello all'attaccatura del pollice e nella piega dell'attaccatura del dito indice. Mano destra. Ora se digito me duele. Ora che digito me duele.

Mi sono incerottata e sono uscita. E a un certo punto mentre ero lì alla fiesta mayor de Gracia, un po' spenta in realtà - la festa dico - ho sentito un vuoto. Mi si è dipinta una faccia triste, contrabbandata per stanchezza, e l'uomo col cellulare nuovo si è piantato nella mia mente tra una shawarma e una cerveza.

poi ho ballato al tendone del folk. Perché a questo ragazzo piace ballare. E anche a me con lui. Mi sento libera di ballare male. E mi diverto saltando a destra e a sinistra, e lui con me.
poi ce ne siamo tornati a casa. Ognuno alla sua. E io penso a quando vivevo in Romagna. Con l'uomo di cui percepisco l'assenza. Io. E il vuoto. E il dito dolorante.

La traccia del mio sangue nella vita.

venerdì 15 agosto 2008

sabato 9 agosto 2008

turisticando

Bàrcino sotterranea non è malaccio.
Mi ha impressionato il modo in cui i catalani sono in grado di far conoscere all'umanità la loro storia. Ponti di ferro e plexiglass tra gli scavi. Tutto pulito lucente. Spiegazioni passo passo. E le audioguìas che Scogliera odia tanto.

persone che amo

è bello avere vicino le persone che ami.
Emozioni incredibili all'arrivo e durante il tempo insieme.
Ma poi la percezione che rimarrai di nuovo sola, quando se ne saranno andati.
Sangria e chiacchiere. Regali e sorrisi.

Amore e giri.

Oggi l'ex uomo della mia vita mi ha detto che aveva pensato che volessi tagliare i rapporti con lui... perché non lo contatto molto e in genere quando parliamo vado di fretta.

Mail scambiate con qualcuno con cui sono stata bene, hace mas que un mes now...
Un po' harta delle mail.

Sonno. Sueño.

giovedì 7 agosto 2008

a volte sì

a volte sì, divento gelosa.
Per qualcosa di piccolo, infinitesimale, di cui la gente nemmeno si accorge.
Mi ingelosisco. E mi entra un sottile senso di disagio.
Le persone avranno anche il diritto di vivere la loro vita, di andare a Parigi o dove gli pare con chi gli pare. Non è che debbano nocessariamente dirmi dove vanno, con chi vanno. O dirmi che hanno voglia di vedermi ossessivamente...

Già.

domenica 3 agosto 2008

mi serve un titolo x questo post se no non posso linkarlo a un nuovo post

oggi, che poi era ieri, ho letto un post di un blogger simpatico che parlava del tipo di donne che gli piace.

è interessante vedere il punto di vista degli uomini.

qualche anno fa avevo un amico che usciva solo con ragazze di una bellezza inferiore alla media. Lui era decisamente bello, intelligente, simpatico e c'aveva pure il fisico. E un odore da favola.
A questo tipo piacevano brune e pequeñitas. La cosa non ha niente di strano. Più che altro ci ho pensato perché lui è l'ultimo uomo che mi ha parlato delle sue preferenze in fatto di donne. Beh, non divagherò su quanto mi fa rosicare che uomini alti quasi un metro e novanta si mettano con ragazze di un metro e quarantacinque… no, non divegherò.

è stano perché io da un po' non ci penso a come mi piacciono gli uomini. Se mi piacciono biondi o bruni, italiani, inglesi o di chissà dove. Non ci penso più da quando non ne parlo più con quel mio amico. E da quando nella mia vita non c'è un uomo, nemmeno un uomo sognato, nemmeno un uomo virtuale. Chissà perché con quel mio amico finivamo sempre a parlare dei miei uomini e delle sue donne. Più delle sue donne, perché lui aveva in quei mesi più donne di tutti gli uomini che io ho avuto nella mia vita.

e da quando non penso più a come mi piacciono gli uomini, e da quando non ho più l'amico alto e bello e insicuro vicino, ho incontrato uomini che mi piacciono.


ho cominciato a incontrare uomini che mi piacciono da quando vivo qui.

non fraintendetemi, eh: non molti. Sono sempre pochi, rispetto alla media. E sono uomini ampassant.

Il primo si chiama arquitecto colombiano. L'ho conosciuto mentre cercavo casa. Pelo largo, interessante, vivace, poliglotta, ha vissuto in mezzo mondo. Ci ho parlato 5 minuti, quando cercavo casa. Affittava una stanza in casa sua. Aveva rifatto il salotto a suo gusto. Azzurro e arancione. Un sogno.

Il secondo: occhi verdazzurro come Pallade Atena. Poliglotta, sportivo di sport all'aria aperta. Ha vissuto all'estero. Gli piace la pasta alla carbonara e l'odore di terra mojada. Quando ho deciso che mi piaceva, si è messo con una giapponesa.

Il terzo: il più giovane dei tre. Vivace, poliglotta, ha vissuto in mezza Europa. Da ragazzo guardava la tv italiana. Balla. Ma di lui parleremo un'altra volta.

Insomma, se dovessi dire come mi piacciono gli uomini dovrei dire: poliglotti, con molta esperienza di vita, luoghi e persone. Attivi.

Il blogger di cui sopra ha scritto una cosa che condivido e che si applica a me:

"E poi la voglio dolce. Io ho paura delle donne con gli occhi da stronza"

E sì, io ho paura degli uomini con gli occhi da stronzo. Anzi forse più che averne paura non mi interessano. Li rilevo a mille miglia gli occhi da stronzo. A me piacciono gli occhi e le facce da bravo ragazzo. Già, proprio come quella dell'amico con l'odore da favola. O quella dell'uomo con cellulare nuovo.




Scoprendo Barcelona

Tutta la gente che va a Barcellona ha una specie di ossessione.
Tutta la gente che va a Barcellona vuole vedere Gaudì.

Gaudì ha il suo fascino devo ammetterlo. Però ha un neo. Ci vanno tutti.

Io quando l'anno scorso sono andata in vacanza a Barcellona sono stata a Parc Güell a vedere il lucertolone maiolicato e altre meraviglie. Però non è stato cos¡ bello. Non ho nemmeno potuto fare una fotografia alla lucertola perché la scalinata pullulava di educati turisti, quasi tutti italiani, che facevano nu burdell e pazz, urlavano, strattonavano, spintonavano, mangiavano, bevevano, gridavano. Esperienza edificante.

E se Parc Güell per lo meno è gratis, a Casa Battliò oltre al danno anche la beffa: 17 euro più una fila lunga mezzo Passeig de Gracia.

La mia ospite è atterrata a Barcellona con un grande libro di Gaudì sotto il braccio.

- Queste sono le cose che voglio vedere di più, mi ha detto.

La mia ospite a Barcellona ha una specie di ossessione.
La mia ospite a Barcellona vuole vedere Gaudì.

sabato 2 agosto 2008

è qui

di notte, la finestra aperta per il troppo caldo.
Materasso a terra accanto al letto grande.
Giaccio. E sento il suo respiro accanto a me. Pesante e forte. Un respiro che conosco.
Un respiro che amo.

Un sorriso mi nasce sul viso. Anche se è notte, anche se non dormo.
Un sorriso e un senso di felicità di sottofondo. Di amore incodizionato, di conoscenza profonda. Di legame inseparabile.

È qui. E io sono felice.