Me lo chiedevo ieri sera nel letto.
Come mai esiste gente buona e gente cattiva?
Voglio dire, ci sono due categorie di persone nell'approccio agli altri. Una categoria è molto più grande dell'altra.
Ci ho pensato perchè ieri sono andata a trovare una mia amica che si è operata a un piede. E c'era la mamma. Una donna con la faccia buona. Seria, ma con l'atteggiamento di persona di buoni sentimenti.
E ci ho pensato perché in questi giorni mi accorgo in ufficio della cattiveria della gente.
Cioè ho questa cosa in quest'ufficio dove lavoro che pare che quando apro la bocca la gente mi deve contestare. Cioè io dico A e loro dicono "no è B". A volte nemmeno ascoltano quello che dico. Solo che hanno deciso che io non posso dire cose giuste.
Esaminando la cosa a mente fredda, a cominciare da quando lavoro in questo posto... ho cominciato a cercare di capire da dove è nato questo atteggiamento.
Un poco dipende da me, dall'atteggiamento scanzonato con cui sono arrivata qui. Dall'altro dipende dal fatto che a volte la gente, a causa della vita frustrante che facciamo, sente una necessità interiore di sentirsi migliore. E zac al primo errore che fai o alla prima cosa che dici che è un poco originale ti etichetta.
E fin qui niente di strano. Si può arrivare a volte però a situazioni estreme in cui le persone ti fanno cadere in fallo con dolo. O solo odiano il tuo sorriso e cominciano a romperti i coglioni.
In una maniera un po' sadica.
Come se stessero bene a vederti triste e sconsolato. Come se esercitassero su di te la loro vendetta sulla vita.
Poi c'è che la gente è oltremodo competitiva. È una cosa che io noto subito, perché io sono la negazione della competività. Io faccio quello che mi va e a mio modo e se guardo agli altri, quando fanno cose buone, è solo per apprezzarli e dire loro "ah bravo che bella cosa hai fatto" e in un modo sincero. Non è che voglio "rubargli" qualcosa, copiarli, mandargli sfortuna né fargli i conti in tasca. Invece la maggior parte della gente lo fa. Stanno sempre lì a guardarti, a giudicarti, a farti i conti in tasca. E quasi mai si mettono nei tuoi panni.
A parte alcuni. Quegli alcuni sono quelli che diventano a volte miei cari amici.
No, non è che ho tutti amici così. O forse sì :-P
Quella che per anni è stata la migliore amica e a dire il vero ancora lo è, una delle persone della mia anima, l'altro giorno a telefono mentre mi raccontava un fatto, mi ha detto una cosa del tipo:
"Perché quando ci siamo appiccicate io e te l'anno scorso, io ti scrissi quella mail in cui volevo ferirti e ti scrissi un sacco di cattiverie e tu a telefono cercasti di dirmi cose cattive anche tu, senza riuscirci troppo in realtà (risolino), ma poi abbiamo fatto tutte e due un passo verso l'altra e ci siamo incontrate a metà strada".
Ora, la sapete una cosa? Io non volevo ferirla, io non volevo dire cose cattive, le volevo solo far capire il mio punto di vista. E in più ero ferita, of course. Ma proprio una ferita grande quanto un cratere. Però non mi ha sfiorato nemmeno una volta l'idea di volerla fare stare male. Anzi ho pensato che per avermi scritto quelle cose tremende doveva essere rimasta piuttosto male di una cosa di cui secondo me tutto sommato non aveva il diritto si stare male, nel senso che stare male per quella cosa significava limitare la mia libertà. Il ché diciamolo non è giusto.
Soprattutto con una persona, ovvero io, che per amore della sua libertà nella vita ha rinunciato a cose a cui è piuttosto difficile rinunciare.
Ora, io da molto tempo penso e so che questa mia amica a cui io voglio un bene dell'anima e che è e stata e sarà una delle persone più importanti della mia vita, non è buona come lo sono io. Però lo so che ha un senso di giustizia e quando è il caso frena la sua vena meno buona e ci pensa. Finché, se è il caso, e cioè se chi ha di fronte vale la pena, soggioga la cattiveria. E agisce per il meglio.
Ora io molte volte mi sono chiesta perché nella vita ci sono persone che da quando sono piccole osno più altruiste di altre. Meno egoiste. Meno concentrate su se stesse, meno invidiose.
E anche perché ci osno quelle che pur non essendo buone buone (diciamo pure fesse) per natura riescono ad agire in un modo buono e sano la maggior parte delle volte, e perché poi ci sono quelle insanabilmente cattive.
Come ad esempio quel bambino biondo che abitava vicino a me, dagli 1 ai 25 anni circa. Che mi odiava. Lo scopo della sua vita era farmi del male, mettermi in ridicolo, farmi cadere, ridere di me e cose del genere. Mia madre diceva che lui era così perché la mamma era così. Boh.
E allora...
Scusate, dottò, permettete la domanda: perché?
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4 commenti:
credo si tratti di due questioni: carattere innato e cultura. Per quanto mi concerne, devo dire di essere sempre stato molto fortunato sul lavoro, con la gente con cui sto a stretto contatto non ho mai avuto conflitti, certo di alcuni condivido più agli atteggiamenti, e di altri invece penso che siano forse troppo rigidi. Ma in genere li ho sempre trovati tutti delle buone persone. solo con un paio di capi avrei avuto da ridire, nel senso che li consideravo degli incapaci e naturalmente ne vedevo la meschinità. Ma basta veramente poco per sorvolare o comunque fare in modo che devino il colpo. Io ho la capacità di calmare gli animi, sono consenziente con loro quando li ho davanti e comunque poi faccio sempre quel che reputo meglio.
E' però vero che c'è gente in giro che rompe il cazzo spesso. Credo si tratti di una bassa cultura, e molta insicurezza. Più sono consapevoli di non essere all'altezza e di aver dovuto fare tanti compromessi per arrivare dove sono.. e più si incarogniscono con quelli che non si comportano come loro, che non stanno alle stesse regole. Bassa stima quindi di se, e basso livello culturale.
Queste direi sono le cause prime.
Hai scritto un post bellissimo, che è da giorni che avrei voluto scrivere io. Ora ti tumblro, rifletto, scrivo e poi tra qualche giorno ti commento.
Per il momento ti abbraccio
@fuliggians: bella la tua qualità: placare gli animi. Io riesco smepre ad inasprirli. Dico sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato.
Nel mio caso questa gente non è insicura. E' sicura, solo che ha paura di non si sa quali fantasmi della loro immaginazione...
@virgh: eggrazie, è bello vedere che qualcuno ancora passa di qui. Aspetto con ansia le tue riflessioni :-)
credo che l'ambiente lavorativo sia quello che meglio coltiva atteggiamenti "cattivi" come quelli che descrivi tu. e credo anche che i motori principali siano l'invidia e la paura. paura di essere scavalcati, messi in cattiva luce, paura di qualcuno più bravo o più voglioso di loro. qualcuno che disturba l'equilibrio e viene visto come un pericolo. e se ne vedono davvero di tutti i colori.
io di fronte a queste cose ho una doppia natura. solitamente sono una persona calma, pacata, riflessiva e - credo - distensiva; a volte anche troppo forse. ma ci sono delle persone che a pelle non sopporto, e che mi fanno imbestialire solo alla vista. con queste non riesco a controllarmi. nella mia azienda si ricordano di 3 litigate furibonde tra me e 3 di questi personaggi; col senno di poi dico che ho sbagliato a reagire, che la diplomazia è sempre l'arma migliore. forse. l'unica cosa che mi rimprovero è di aver alzato la voce, perchè avrei potuto smascherare la loro cattiveria e falsità con l'arguzia e l'intelligenza, facendo un figurone. ma col sangue al cervello non è facile. :-) con certa gente sono sicuro che avrò altre occasioni.
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