'Perchè quand'è che se n'era andato Montalbano?' direte.
non credo se ne sia andato da nessuna parte, è sempre lì a Vigata nel suo commissariato.
ma se n'era andato dalla mia vita, avevo finito i libri e ho dovuto aspettare di andare a svaligiare la libreria di mammá per riportarmelo qui. ora c'è. e stamattina in metro mi ha fatto piangere. che novitá. questo blog è pieno delle storie dei miei pianti. era lì che guardava 'la vita è bella' e piangeva accorgendosi di ció che mancava alla sua vita. 30 cannoli comprati per qualcuno e 4 ore di macchina. e pianti a telefono con Livia.
un po' così mi sento a volte.
poi in un discorso sul piú e sul meno, esce fuori un discorso sul modo di relazionarsi ai bambini. La ragazza dalle unghia lunghe dice che lei spesso è l'unica tra i suoi amici a non fare smancerie ai bambini e che lei ha la certezza di non volere figli e che non è una giovincella.
qualcun altro dice, in un altro luogo e in un altro momento, che quando lui ha portato i suoi figli nessuno a parte me si è avvicinato a salutarli a guardarli e nessuno gli ha detto nulla, come se fossero trasparenti.
in un altro posto ancora qualcuno ieri sera faceva fotografie a bambine che ballavano swing, guardandole con occhi inteneriti e riservando lo stesso sguardo a tutti i bambini nei paraggi.
al ristorante c'èra questo mini dumbo di tre anni massimo, bruttino, con la testa piccola e il muso murino e due orecchie giganti ma così dolce, così dolce, da riempirlo di baci seduta stante, mentre il padre gli arrostiva la carne sotto i suoi occhi.
in un posto virtuale qualcuno scriveva
- ormai sono sicura che sto per sposarmi e che avrò delle bambine bellissime come le cubiste
qualcun altro rispondeva
- anche io vorrei un bambino
Visualizzazione post con etichetta le mie verità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta le mie verità. Mostra tutti i post
domenica 3 ottobre 2010
venerdì 20 agosto 2010
fiducia
Guardavo in facebook la foto della mia amica A. e leggevo i commenti dei suoi amici e ho pensato che è la fiducia nella vita che fa la differenza. Andare incontro al futuro, con coraggio, speranza, intelligenza e apertura mentale. Il resto viene da sé.
mercoledì 18 agosto 2010
... conferme...
che poi alla fine è dal bisogno incessante di conferme che si capisce che c'è un gap, una lacuna, uno scompenso. Lasciato da qualche esperienza piú o meno traumatica, ma indelebile, del passato. remotissimo.
ritorno alla normalitá
quando viene la famiglia a visitarti o un amico di sempre o dopo una vacanza intensa, seppure breve, si vivono dei giorni di limbo, di adattamento in cui si lotta, si fa fatica adaccettare il ritorno alla normalitá.
la normalitá. questa parola ricorre nelle righe che scrivo in questi giorni. Cos'altro è la normalitá se non digitare segni significanti su una pagina elettronica afferrando bocconi di ananas da una forchetta? Mentre dalla finestra aperta entra il rumore sporadico di auto e il vociare di gente nella propria casa...
... E Praga si allontana...
la normalitá. questa parola ricorre nelle righe che scrivo in questi giorni. Cos'altro è la normalitá se non digitare segni significanti su una pagina elettronica afferrando bocconi di ananas da una forchetta? Mentre dalla finestra aperta entra il rumore sporadico di auto e il vociare di gente nella propria casa...
... E Praga si allontana...
piccoli passi
a volte è necessario sentire un vuoto in un modo più forte per iniziare a smuovere le cose. è così, quando la necessitá si fa impellente, che iniziamo a fare cose che in realtá ci richiedono uno sforzo minimo, piú mentale che altro, ma che non facciamo se la vita non ci mette alle strette. Vero?
domenica 4 luglio 2010
un coacervo di pensieri intersecantisi
insomma ecco qui le nostre paure, tutti ne abbiamo
io ne ho una nuova, di essere odiata
non so se è una vera paura, di quelle che mi porterò dietro, o solo una paura contingente. direi piú la seconda
a un certo punto della tua vita diventi il bersaglio dell'odio di qualcuno che hai amato... e ti chiedi il perché... sai che non ha molto senso chiederselo, che l'odio è un po' come l'amore, nasce y ya está
forse le tue domande sono un po' frutto del senso di colpa, perchè quando quella persona ti ha escluso dalla sua vita, in qualche modo tu ti sei sentita liberata
hai la testa piena di pensieri, di tutti i tipi, non solo su di lei e il suo odio... hai pensieri sull'amicizia in generale, su come nasce, su come si rafforza, hai pensieri sulle relazioni d'amore nella tua vita e su quello cerchi. di striscio ti sei anche chiesta quali dovrebbero essere le tue prioritá.
quest'anno a metá anno mi accorgo che alcune delle cose che volevo raggiungere le ho giá raggiunte. ho avuto coscienza di me stessa, ho fatto degli sforzi e ho ottenuto il risultato. mi sembra di essere cambiata molto, da questo punto di vista.
è vero sì che le persone a cui vuoi bene lo sanno, e che tu sai che ti vogliono bene e che dirselo è un di piú quasi sempre. quasi.
sembra che uno parli di paure e si senta o venga subito visto come debole. ma c'è una differenza. le paure relative a cose che abbiamo giá affrontato una volta, ci fanno paura lo stesso, ma le affrontiamo con piú tranquillitá perchè sappiamo che ce l'abbiamo fatta giá una volta. è un po' come con l'amore. se giá siamo stati innamorati una volta, quando il sentimento si avvicina, nostro malgrado, inatteso, lo riconosciamo comunque. e ci domandiamo 'ma non sará mica che per caso mi sto innamorando?'. ma affrontiamo la cosa con piú serenitá rispetto alla prima volta. almeno credo.
il penultimo libro di camilleri che ho letto mi ha lasciato un'impressione forte, perchè c'è montalbano che nel corso di un'indagine conosce un tenente donna della capitaneria di porto, una 33enne belissima e prova un'attrazione fortissima. non solo fisica. prova emozioni dimenticate. balbetta, non riesce a pensare ad altro. poi scopre che anche lei prova lo stesso. dopo essersi visti una volta sola, o due. lei gli confessa le sue emozioni e lui sente la paura di lei di fronte a quelle emozioni che significherebbero un cambiamento di vita. un fidarsi cieco. un darsi anima e corpo. lui, nel momento in cui avverte la stessa paura, comprende il fuggire di lei. quando lui si decide a lasciarsi andare al tumulto dei sentimenti...
mi ha scosso.
molte volte negli ultimi 5 anni ho pensato alla paura di amare. in questi 5 anni ho avuto piú volte voglia in momenti diversi di un compagno. ma l'ultima volta che ho avuto un'occasione non mi sono lasciata andare. non è una cosa facilmente spiegabile. ma a volte una cosa ti sembra così buona che ti spaventa. nel mio caso non ero innamorata, perchè era qualcuno che conoscevo appena, ma era qualcuno che corrispondeva ai miei 'canoni', a quei canoni voglio dire che ho avuto per gran parte della mia vita, perchè ora a dire il vero non ne ho piú. non so se i pregiudizi li ho abbattuti io o si sono abbattuti da soli. è difficile dire perchè uno non si lascia andare. nella fattispecie non credo che la persona in questione meritasse il mio lasciarmi andare, ma credo che se io non fossi stata ingessata le cose sarebbero state un po' diverse. non tanto, solo un po'.
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
nota a piè di pagina - coacervo, parola cara alla mia prof d'inglese dell'universitá
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
poi passa, quel groviglio si scioglie, un giorno così, su uno scoglio al bordo di un mare azzurro blu verde, quando soffia il vento, tu hai un libro per le mani e qualcuno che ti vuole bene da sempre è lì affianco con un altro libro tra le mani. e vi godete il sole. e il fatto di essere insieme, cosa che avviene di rado.
poi passa. vedi gente felice e contenta intorno a te. respiri l'aria di vacanza. respriri l'amore. vedi il tempo che passa tra i solchi nel viso di chi ti sta di fronte. vedi partite che non vedi più. vivi. y ya está.
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
nota a piè di pagina - o forse era la mia prof di italiano delle medie
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
io ne ho una nuova, di essere odiata
non so se è una vera paura, di quelle che mi porterò dietro, o solo una paura contingente. direi piú la seconda
a un certo punto della tua vita diventi il bersaglio dell'odio di qualcuno che hai amato... e ti chiedi il perché... sai che non ha molto senso chiederselo, che l'odio è un po' come l'amore, nasce y ya está
forse le tue domande sono un po' frutto del senso di colpa, perchè quando quella persona ti ha escluso dalla sua vita, in qualche modo tu ti sei sentita liberata
hai la testa piena di pensieri, di tutti i tipi, non solo su di lei e il suo odio... hai pensieri sull'amicizia in generale, su come nasce, su come si rafforza, hai pensieri sulle relazioni d'amore nella tua vita e su quello cerchi. di striscio ti sei anche chiesta quali dovrebbero essere le tue prioritá.
quest'anno a metá anno mi accorgo che alcune delle cose che volevo raggiungere le ho giá raggiunte. ho avuto coscienza di me stessa, ho fatto degli sforzi e ho ottenuto il risultato. mi sembra di essere cambiata molto, da questo punto di vista.
è vero sì che le persone a cui vuoi bene lo sanno, e che tu sai che ti vogliono bene e che dirselo è un di piú quasi sempre. quasi.
sembra che uno parli di paure e si senta o venga subito visto come debole. ma c'è una differenza. le paure relative a cose che abbiamo giá affrontato una volta, ci fanno paura lo stesso, ma le affrontiamo con piú tranquillitá perchè sappiamo che ce l'abbiamo fatta giá una volta. è un po' come con l'amore. se giá siamo stati innamorati una volta, quando il sentimento si avvicina, nostro malgrado, inatteso, lo riconosciamo comunque. e ci domandiamo 'ma non sará mica che per caso mi sto innamorando?'. ma affrontiamo la cosa con piú serenitá rispetto alla prima volta. almeno credo.
il penultimo libro di camilleri che ho letto mi ha lasciato un'impressione forte, perchè c'è montalbano che nel corso di un'indagine conosce un tenente donna della capitaneria di porto, una 33enne belissima e prova un'attrazione fortissima. non solo fisica. prova emozioni dimenticate. balbetta, non riesce a pensare ad altro. poi scopre che anche lei prova lo stesso. dopo essersi visti una volta sola, o due. lei gli confessa le sue emozioni e lui sente la paura di lei di fronte a quelle emozioni che significherebbero un cambiamento di vita. un fidarsi cieco. un darsi anima e corpo. lui, nel momento in cui avverte la stessa paura, comprende il fuggire di lei. quando lui si decide a lasciarsi andare al tumulto dei sentimenti...
mi ha scosso.
molte volte negli ultimi 5 anni ho pensato alla paura di amare. in questi 5 anni ho avuto piú volte voglia in momenti diversi di un compagno. ma l'ultima volta che ho avuto un'occasione non mi sono lasciata andare. non è una cosa facilmente spiegabile. ma a volte una cosa ti sembra così buona che ti spaventa. nel mio caso non ero innamorata, perchè era qualcuno che conoscevo appena, ma era qualcuno che corrispondeva ai miei 'canoni', a quei canoni voglio dire che ho avuto per gran parte della mia vita, perchè ora a dire il vero non ne ho piú. non so se i pregiudizi li ho abbattuti io o si sono abbattuti da soli. è difficile dire perchè uno non si lascia andare. nella fattispecie non credo che la persona in questione meritasse il mio lasciarmi andare, ma credo che se io non fossi stata ingessata le cose sarebbero state un po' diverse. non tanto, solo un po'.
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
nota a piè di pagina - coacervo, parola cara alla mia prof d'inglese dell'universitá
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
poi passa, quel groviglio si scioglie, un giorno così, su uno scoglio al bordo di un mare azzurro blu verde, quando soffia il vento, tu hai un libro per le mani e qualcuno che ti vuole bene da sempre è lì affianco con un altro libro tra le mani. e vi godete il sole. e il fatto di essere insieme, cosa che avviene di rado.
poi passa. vedi gente felice e contenta intorno a te. respiri l'aria di vacanza. respriri l'amore. vedi il tempo che passa tra i solchi nel viso di chi ti sta di fronte. vedi partite che non vedi più. vivi. y ya está.
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
nota a piè di pagina - o forse era la mia prof di italiano delle medie
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Etichette:
amori,
le mie verità,
passato,
persone,
ricordi
domenica 20 settembre 2009
Il primo comandamento.
piacersi è importante.
Sotto tutti i punti di vista. Piacersi quando si dice "piacere" a qualcuno appena conosciuto.
Piacersi, quando un uomo ti guarda negli occhi, con uno sguardo perplesso, che non si capisce. Ma ti guarda.
Piacersi, quando gli amici mettono in facebook foto del tuo faccione.
Piacersi, quando si risponde al capo in ufficio.
Piacersi, con il vestito nuovo.
Piacersi, quando si guardano i proprio occhi allo specchio.
Piacersi, anche quando non si ha il coraggio di andare a una festa per non fronteggiare lo stress di vedere le persone che ci vanno.
Piacersi come si è, senza smettere di cercare di migliorarsi (e di far diventare il faccione un po' piú faccino).
Piacersi.
Sotto tutti i punti di vista. Piacersi quando si dice "piacere" a qualcuno appena conosciuto.
Piacersi, quando un uomo ti guarda negli occhi, con uno sguardo perplesso, che non si capisce. Ma ti guarda.
Piacersi, quando gli amici mettono in facebook foto del tuo faccione.
Piacersi, quando si risponde al capo in ufficio.
Piacersi, con il vestito nuovo.
Piacersi, quando si guardano i proprio occhi allo specchio.
Piacersi, anche quando non si ha il coraggio di andare a una festa per non fronteggiare lo stress di vedere le persone che ci vanno.
Piacersi come si è, senza smettere di cercare di migliorarsi (e di far diventare il faccione un po' piú faccino).
Piacersi.
domenica 3 maggio 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)