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giovedì 15 maggio 2008

Di Guccini, Machiavelli e altre schiocchezze

Da quando Guccini ha cominciato a scrivere con Machiavelli i gialli ambientati in Emilia, io di tanto in quando mi chiedo... chi dei due ha scritto cosa. Dei romanzi dico.

Ovviamente ho una mia teoria. Non sia mai detto che Scogliera non ha un'opinione, soprattutto se si parla di lingua.
Secondo me Machiavelli inventa la storia e Guccini scrive.
La teoria è supportata dal fatto che la lettura dei libri che Guccini ha scritto da solo risulta veramente laboriosa dal punto di vista del contenuto, in quanto la trama è pressocché inesistente, mentre è incredibile dal punto di vista linguistico, cosa che non meraviglia, visto che già sappiamo come scrive Guccini dallaesue canzoni e quanto della cultura e letteratura italiana ed europea ci sia nella sua opera cantautorale. Ovviamente Machiavelli potrebbe sentirsi offeso, della serie: sta sciaquetta di Scogliera pensa che non ho un buono stile. Caro Machiavelli, non lo so che stile hai, perché confesso prima che tu iniziassi a scrivere con Guccini non sapevo nemmeno chi fossi. Purtroppo godo di una certa ignoranza. Mia madre cmq, che legge tutto il tuttibile, dice che scrivi bene, ma le ho chiesto un parere tre giorni fa e anche lei pensa che la lingua dei vostri gialli sia farina del sacco di Guccini.

Ora, io adoro quei gialli. Si respira l'odore della montagna emiliana. Si gusta il sapore di un lessico vernacolare perfettamente integrato in un italiano colto con influenza poetica dei periodi più disparati. Si sente il rumore di sottofondo della guerra e la stessa umana compassione e sensibilità con cui Guareschi (altro emiliano) guardava ai suoi Peppone e Don Camillo, lo stesso modo di aggettivare, lo stesso modo di nomignolare, l'affetto per lo stesso periodo storico e a volte addirittura interi sintagmi sembrano usciti da un racconto sul prete manesco. Si annusa dappertutto l'odore della montagna, della terra bagnata, si ode il respiro dei montanari che si inerpicano su pendii che vedono gente sì e no una volta alla settimana. Si sente un'esperienza vera.

E c'è l'eco qui e là, lì e qui, del lessico gucciniano. E della sua articolazione sintattica. C'è una precisione quasi pascoliana nella descrizione della natura. Purtroppo non ricordo a memoria i sintagmi gucciniani, né li ho appuntati.

Cmq il motivo per cui ho iniziato a scrivere questo post è che sto leggendo Tango e gli altri, e a parte andare in estasi a ogni descrizione della montagna e a pensare un pagina sì e l'altra pure "questa l'ha scritta Guccini" oggi sono incappata in un paio di punti che mi sono apparsi frettolosi. Come di una buona capacità di scrivere però affettata e non sviluppata, come appunto capita quando non si ha abbastanza tempo fare qualcosa...
Comunque già nei giorni scorsi avevo notato che almeno in un paio di casi ci sono virgole tra il soggetto e il verbo, altro sintomo di fretta o di editing così e così, se vogliamo...

Oggi sono arrivata a pagina 100, dove il maresciallo Santovito, proveniente dalla provincia di Salerno, resosi conto di aver lasciato in macchina il pacchetto di sigari pronuncia la fatidica frase: "Ma guarda te. Senza sigari e con un piede a bagno."
Ma io dico, voi ve lo immaginate mai un campano a dire "ma guarda te"? Io no. Può aver vissuto in Emilia quanti anni pare a loro, ma un campano che ha vissuto almeno i primi 20 anni della sua vita in Campania non userà mai il "te" in quella posizione, soprattutto se è solo e sta imprecando tra sé e sé, come specifica il narratore. Io non me lo immagino, nemmeno se era un campano vissuto nel 1960 e che può usare l'espressione, invero un po' antiquata al giorno d'oggi (ma è questo che mi piace), "piede a bagno".

Uno sbarione culturale direi... un po' strano a dire il vero...
Ovviamente io propendo a credere che sia opera dell'editor, del correttore di bozze o di chi per essi... cmq sia, Guccini, ti perdono :-) perché senza di te la mia vita non sarebbe la stessa.

Ah! Ovviamente questi gialli hanno un'altra pecca: sono Mondadori, ov curs... per questo, Guccini, non lo so se ti perdono. Ci devo pensare. Forse se dici 3 avemaria e vieni a fare un concerto a Barcelona ci posso pensare, purché il concerto lo faccia da seduto, se no con la tua stazza da Bove ci schiacci tutti :-) e se ti mangi la frutta sciroppata in scatola, per favore invitami nel tunnel a mangiarla con te :-)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

A picco sull'oceano ha detto...

sei inquietante... chi sei? :-)