oggi sono andata al Caixa Forum, c'era un film italiano. L'Italia, sai, la lingua di terra in cui sono nata e in cui in qualche posto e in qualche modo sono pure cresciuta. Davano un film del 1993.
Il millenovecentonovantatrè è l'anno in cui mi sono iscritta all'universitá. Nel cinema (sì lo so solo a Napoli le lezioni universitarie si fanno nei cinema) in cui si facevano le lezioni della mia materia preferita (il mio primo esame, il mio primo trenta) campeggiava un manifesto di un uomo magro di spalle in groppa a una vespa, con una casco bianco ed un mantello. E sopra c'era scritto in lettere fintocorsive bianche il titolo del film. Quel poster mi ha sempre dato curiosità, ma fino ad oggi non l'avevo mai visto. Il millenovecentonovantatrè era 16 anni fa. E io ero una ragazzina.
Caro diario,
oggi come tutti giorni sono andata a prendere il caffè nell'unico posto dove il caffè è buono in questa cittá, con il collega (e ultimamente amico) con cui vado tutti i giorni. Il mio collega era un po' distratto oggi. Quando siamo arrivati nell'atrio al piano terra dell'edificio in cui lavoriamo l'ascensore era al piano ed un uomo in vestito da ufficio, formale ma light, era giá dentro ma - uditi passi - educatamente ha premuto il pulsante che impedisce alle porte di chiudersi. Io sono entrada grata, apprezzando l'educazione, e sorridente ho detto Hola gracias. Lui ha sorriso apertamente. Dietro di me si è infilato il mio collega e a seguire due "ragazzini" dotati di pacchetto di patatine e cuffie pendule di iPod. Ovviamente hanno premuto il numero uno, e sono scesi al primo piano, il piano dell'uffio dei ragazzini che non si sa che fanno e delle ragazzine benvestite. Boh.
Io ho guardato il tizio e ho sorriso, avrei detto che ero curiosa di sapere cosa fanno quei ragazzini, ma o lo dicevo al mio collega - ovvero in italiano - o lo dicevo in spagnolo in modo che il tipo capisse, perchè poi era a lui che volevo dirlo ma mi sono intimidita. Insomma mentre io così pensavo l'ascensore è arrivato al secondo, il nostro. Ho sorriso al tipo che saliva al sesto dicendo chao e lui ha detto Arrivederci, ehm hasta luego. Al suo Arrivederci io ero giá fuori dall'ascensore e gli ho detto entusista Arrivederci? sei italiano! e lui: anche tu? Sì, noi siamo italiani. E la sliding door si è chiusa rapidamente.
Caro diario,
spero di reincontrarlo in ascensore.
Ah! E Caro diario, Moretti mi è sembrato così italiano.
