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martedì 20 luglio 2010

giovedì 30 luglio 2009

Caro diario,

Caro diario,

oggi sono andata al Caixa Forum, c'era un film italiano. L'Italia, sai, la lingua di terra in cui sono nata e in cui in qualche posto e in qualche modo sono pure cresciuta. Davano un film del 1993.

Il millenovecentonovantatrè è l'anno in cui mi sono iscritta all'universitá. Nel cinema (sì lo so solo a Napoli le lezioni universitarie si fanno nei cinema) in cui si facevano le lezioni della mia materia preferita (il mio primo esame, il mio primo trenta) campeggiava un manifesto di un uomo magro di spalle in groppa a una vespa, con una casco bianco ed un mantello. E sopra c'era scritto in lettere fintocorsive bianche il titolo del film. Quel poster mi ha sempre dato curiosità, ma fino ad oggi non l'avevo mai visto. Il millenovecentonovantatrè era 16 anni fa. E io ero una ragazzina.

Caro diario,


oggi come tutti giorni sono andata a prendere il caffè nell'unico posto dove il caffè è buono in questa cittá, con il collega (e ultimamente amico) con cui vado tutti i giorni. Il mio collega era un po' distratto oggi. Quando siamo arrivati nell'atrio al piano terr
a dell'edificio in cui lavoriamo l'ascensore era al piano ed un uomo in vestito da ufficio, formale ma light, era giá dentro ma - uditi passi - educatamente ha premuto il pulsante che impedisce alle porte di chiudersi. Io sono entrada grata, apprezzando l'educazione, e sorridente ho detto Hola gracias. Lui ha sorriso apertamente. Dietro di me si è infilato il mio collega e a seguire due "ragazzini" dotati di pacchetto di patatine e cuffie pendule di iPod. Ovviamente hanno premuto il numero uno, e sono scesi al primo piano, il piano dell'uffio dei ragazzini che non si sa che fanno e delle ragazzine benvestite. Boh.
Io ho guardato il tizio e ho sorriso, avrei detto che ero curiosa di sapere cosa fanno quei ragazzini, ma o lo dicevo al mio collega - ovvero in italiano - o lo dicevo in spagnolo in modo che il tipo capisse, perchè poi era a lui che volevo dirlo ma mi sono intimidita. Insomma mentre io così pensavo l'ascensore è arrivato al secondo, il nostro. Ho sorriso al tipo che saliva al sesto dicendo chao e lui ha detto Arrivederci, ehm hasta luego. Al suo Arrivederci io ero giá fuori dall'ascensore e gli ho detto entusista Arrivederci? sei italiano! e lui: anche tu? Sì, noi siamo italiani. E la sliding door si è chiusa rapidamente.


Caro diario,
spero di reincontrarlo in ascensore.
Ah! E Caro diario, Moretti mi è sembrato così italiano.




venerdì 27 febbraio 2009

na nananananana na nanana*

Stanotte mentre almanaccavo cercando soluzione al pangramma di cui parlava Bartezzaghi sulla Repubblica di ieri, mi sono chiesta se sarei mai diventata quella che sono se da bambina non mi avessero fatto vedere/leggere "gratta un Pepito ed esce un Peppone".

Quando sei piccolo che delle parole possano nasconderne altre è un assunto affascinante. Che parole incomprensibili ai tuoi orecchi possano nascondere un senso per un altro viene subito dopo.
Senza Don Camillo e Peppone, avrei studiato latino, greco, inglese, russo, basco, linguistica storica, fatto il lavoro che faccio, vissuto in Iralnda e Spagna, mi sarei mai innamorata di De Gregori e Guccini e dell'uomo che ho amato così a lungo?

Piccoli dubbi notturni.



*il titolo è un link, nel caso vogliate sapere che canzone è
...

martedì 8 luglio 2008

Qualche giorno fa

  • Mentre sto qui e rileggo una cosa scritta da me, mentre penso a ciò che voglio scrivere…
  • Mentre sto qui a scrivere su un file di word perché la mia connessione a Internet è knocked out

Vorrei poter dividere questo momento in cui mangio da un calice un sorbetto a limone d’indubbia bontà col mio compagno.

  • Qualcuno che assapori le cose nel modo in cui le assoporo io.
  • Qualcuno per cui mangiare un gelato in un calice, col venticello estivo che entra nella stanza, seduti su un letto arancione, dopo aver visto un film che ti ha emozionato e fatto pensare abbia lo stesso sapore che ha per me.

Ripensando per un secondo a i topi non avevano nipoti. Palindromo. E alla frase che dice Pietro: Sator qualcosa e la ruota, che non la posso citare correttamente senza google. OMG. che questa volta invece di Oh My God potrebbe essere Oh Mio Gugl.

...comunque… dividere Sator qualcosa e il sorbetto al limone del corte inglés con un’anima. Un’anima fratella. Come una volta facevo con pitte, kebab, col baverplatte di cui poi s’innamorò anche lui… Perché io a mangiare sono sempre stata più brava di lui. L’unica cosa. E amare… forse…

E l’amore non lo so se è trasparente.

Insomma volevo raccontare una storia:

C’è un uomo che ha una figlia e la ama. E lo fa. Si dimentica di tutto e la ama. Però, stranamente, la vita non si dimentica di lui. Lo vanno a trovare nei giardini di fronte alla scuola. E mangiano al bar. Poi arriva una donna. E fanno sesso. Sesso, non l’amore. Lei si era tolta la fede. E insomma lasciamogli la loro intimità che vedere gente che fa cose che io non faccio mi frustra. Poi cade la neve. L’uomo entra in macchina e se ne va. E poi un uomo dalla voce profonda, un uomo che ha la voce come il mio uomo, quello ideale, che non c’è, canta. Canta dell’amore. E tutti si fanno trasportare dalla musica.

La musica finisce e pure i titoli di coda, ma le luci non si accendono. Io mi alzo e dietro di me c’è la ragazza con le unghia lunghe e il suo fidanzato dall’aspetto mefistofelico e gli occhi da bravo ragazzo.

E c’è L., appassionata di cinema. Che mi dice che le è piaciuto e commenta. Che una messicana sapesse chi era Moretti mi ha emozionato.

Ma poi ho scoperto che sa tutto il tuttibile sul cinema. E ho pensato alla mia famiglia cinefila e alle mia amiche cinefile. Però L. sa più di tutti messi insieme.

Io e le mie donne.

Insomma, è meglio se approfitto del fatto che non posso accedere a Internet per recuperare un po’ di sonno. Una notte disintossicante. Mi leggo un po’ di Santovito và. E intanto P. si gode la vita con un’altra.

…San Marco senz’altro anche il nome di una pizzeria… Stefania affondando Stefania ha lasciato un bambino…

Erano scarpe su san pietrini di tanti anni fa

domenica 20 aprile 2008

treni

Pensando al treno perso di Kost: "perso" è anagramma di "preso".

Quel treno io l'ho preso e ho fatto bene
... cantava De Gregori...
E chissà quante volte ha pensato di averlo perso il treno, o ha pensato di averlo preso e poi si è accorto di essere salito sul treno sbagliato.

Come me ad esempio... me lo domando a volte se dovevo rimanere sul treno su cui ero e se questa coincidenza mi porterà mai da nessuna parte.

Intanto vivo e ogni tanto guardo un film. Come stasera... e ovviamente mi faccio domande. Poi mi dico che mi fa male pensare tanto e mi tuffo in un piatto di salsiccia di pollo e patate. Rigorosamente con rosmarino e cipolle e pepe nero. Se no che patate so'?

sabato 3 novembre 2007

Un film che volevo vedere da tanto tempo

Questo film.

E sì, mi è piaciuto. C'è la vita in questo film. La vita privata e pubblica di una persona. Fallimenti personali e lavorativi, amore verso una donna, verso i figli, verso gli amici. C'è la disperazione. C'è la ripresa psicologica. E c'è lo sfondo: la politica e l'economia come scontro tra realtà e apparenza, essere e voler essere. Un trionfo della giustizia che in fin dei conti mi sembra utopico. Ironia e toni dimessi.
Un film sulla vita, radicato nella realtà italiana dei nostri giorni.

domenica 28 ottobre 2007

La giusta distanza

Oggi pomeriggio ho visto questo film, che mi è decisamente piaciuto.

Mi ha fatto riflettere sulle relazioni umane e su come a volte preferiamo continuare a scoprire la vita piuttosto che fermarci. E come la vita comunque vada dove le pare.

L'attrice, a essere sincera, ha qualcosa che a pelle mi era antipatico, ma il personaggio era azzeccato. Voglio dire, la ragazza rappresenta bene la vita di una trentenne italiana, secondo me. Ovviamente però ho preferito il personaggio del ragazzino... che diventa uomo :-) Oddio a tratti è un po' scema la tizia. Voglio dire, ma tu lo sai che il tabaccaio è un rattuso, ti pare ch ti fai dare un passaggio? E poi ci esci pure assieme? Nessuna trentenne sensata lo farebbe. Cmq sarei curiosa di sapere dove hanno girto il film. E di sapere qual è la città in cui il ragazzino va un paio di volte.

Sì lo so, la mia recensione fa schifo. Beh non era un recensione, solo opinioni male articolate. Ho un lavoro in consegna domani mattina e non ho fatto nemmeno il 10%. L'uomo col cellulare ha appena deriso la mia forza di volontà :-)

Domani vorrei tanto alzarmi e trovare una sorpresa. Cazzo mi sa che devo scrivere una mail a quelli del mio progetto segreto, col numero del passaporto, magari è per quello che non mi chiamano. Ragà, voglio un'altra avventuraaaaa :-)

E comunque mi sono ricordata che volevo dirvi un'altra cosa, però non posso scriverla in un post che ha il titolo di un film, giusto?
Massì, chissene...
Vabbè, faccio un altro post, va... però lo faccio domani, beh diciamo dopodomani, che domani avrò da lottare contro il tempo.

E domani è l'onomastico di Pinta :-) le ho comprato.. vabbè non lo dico perché, metti che ha scoperto che ho un blog e non me l'ha detto, poi si toglie la sorpresa :-P

venerdì 19 ottobre 2007

Ho un nuovo sogno

La gente dice che se hai un sogno vero, uno di quelli che non ti fa dormire la notte, e ti impegni con tutte le tue forze, lo vedrai realizzato.
Ieri mentre ero a cinema ho avuto un'intuizione.
Il mio sogno si è materializzato davanti a me: voglio smettere di guardarmi alle spalle e di pensare a ciò che ho perso. Voglio guardare avanti per consentire al mio futuro di accadere: diventerò topo e farò lo chef.

lunedì 13 agosto 2007

conseguenze infauste dei film romantici

Ansiolina stamattina sul messenger mi ha chiesto se ero di cattivo umore e si è rifiutata di continuare una conversazione con me sostenendo che le davo risposte strane.

Ci ho pensato. In effetti stanotte devo aver fatto sogni strani e il fatto di essere stata svegliata dal citofono, ha peggiorato le cose.
Sai come sono le donne? Guardano i film romantici e poi si deprimono perché loro non hanno l'attore belloccio e superpremuroso come fidanzato. O, come nel mio caso, non hanno affatto un fidanzato. Evitando atteggiamenti da "volpe e uva", diciamo che sarebbe bello avere qualcuno con cui dividere la vita e che non si arrabbia se rompi un piatto, se ridi in maniera isterica quando sei nervosa, eccetera. Beh diciamo che "Milly" la protagonista del film di ieri sera, mi assomigliava anche un poco, nel carattere dico. Lei però non ha la grande enorme disgustosa pancia sul davanti. "Hai la pancia sblusata" mi diceva il mio ex con ribrezzo.

Ieri ho sentito un tizio, che non mi vedeva da 20 anni, dire al cugino "me la ricordo secca secca. Lei è quella alta e secca?" Mi sono vergognata come una ladra. È vero che l'ultima volta che l'ho visto probabilmente avevo pressoché 11 anni, però che vergogna. Ero così magra e ora ho una pancia atroce.

Risultato: stamattina non ho preso il caffè; per non metterci lo zucchero. Ho sbucciato quattro pesche bianche - le mie preferite - le ho fatte a pezzi. Le ho messe nel frullatore con un poco di latte, e dàdà: colazione sana. In realtà nella colazione ci dovrebbero essere anche un po' di carboidrati ma pazienza.
Prima di tutto ciò sarebbe intelligente pesarsi però...

venerdì 3 agosto 2007

Come eravamo

"Un film di Sydney Pollack. Con Viveca Lindfors, Robert Redford, Bradford Dillman, Barbra Streisand, Lois Chiles, Patrick O'Neal, Allyn Ann McLerie, Murray Hamilton, Herb Edelman, Diana Ewing, Sally Kirkland, Marcia Mae Jones, Don Keefer, George Gaynes, Eric Boles. Genere Drammatico, colore 118 minuti. - Produzione USA 1973"

Drammatico? In effetti è girato come un film drammatico, con le lotte di lei per affermare le sue idee politiche, ma per me è una storia d'amore. Non è propriamente romantico, perché finisce male, però non è più drammatico di come lo sia la vita in sé.

Non so, ma ha qualcosa di veramente realistico. Sull'ultima scena piango sempre.

Da tempo uno dei miei film preferiti, non lo ho avevo mai visto tutto assieme, sempre pezzettini sparsi, tipo un puzzle.

Ma nel film canta la Straisand?