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domenica 22 febbraio 2009

Di avvocati, vicini, spiagge, libri e altre sciocchezze

Giaceva lì da mesi, nel mio mobile bianco, dove si affastellano fogli di tutti i tipi e libri comprati e aperti mezza volta. Giaceva lì, nella sua copertina blu della Sellerio.

Ieri mattina c'era il sole. Io ero resacosa e mestruatosa. Quando mi sono svegliata il mal di testa impazzava. L'ibuprofene era finito e il sole splendeva. Anche se dalla mia stanza non si vedeva. Aprendo, però, la finestra del soggiorno si poteva intuire un sole caldo dallo spigolo di raggio solare che penetrava dall'alto le mura degli antichi palazzi del vicolo.

Il richiamo della primavera mi ha portato in piscina, a nuotare all'aperto. Uomini e donne in età da pensionamento pigramente sedevano lungo i muri della piscina aperta, su sedie di plastica e lettini foderati di blu, con libri, lettori CD, chiacchiere ed un'abbronzatura che definirei invidiabile ad agosto, figuriamoci a febbraio.

L'aria era calda e l'acqua tiepida ha accolto il mio corpo liberandolo dalle tossine, dallo stress da consegna, dalle preoccupazioni da cambio di casa, dai sogni amorosi nati in una notte di dolore e paura, dal ricordo dell'uomo disteso a terra e della donna nella sedia a rotelle con la paura dipinta sulle sue rughe scure di andalusa. Le bracciate, fendendo l'acqua, mi hanno restituito il mio corpo e la mia energia. E hanno solleticato il mio appetito già quasi primaverile.

Una pasta col tonno, modesta nella qualità ma enorme nella quantità, accompagnata da birra scura senza seven up e seguita dalla versione povera del Mars e da un buon caffé alla maniera di casa, ha fatto da preludio a un'ora nel divano accompagnata un libro. Cosa che, ohimé, mi capita di rado. Mentre l'aria tiepida primaverile spirava da uno spiraglio tra le ante della finestra semichiuse, semidistesa sul divano leggevo le gesta quotidiane di un avvocato meridionale, colto abbastanza per conciliare tradizione a autonomia di pensiero, desiderio di sicurezza e bisogno di libertà. Il tutto condito da una dose di intelligenza, ironia e rispetto per il prossimo. Così il libro che mia madre mi aveva prestato sei mesi fa è uscito dalla semioscurità del mio mobile bianco ed è andato a deliziarsi dell'aria barcellonese al profumo di pasta col tonno di cui, a onor del vero, ha ricevuto anche un piccolo assaggio, tiengendosi leggermente di rosso unto a pagina 33.

La storia dell'avvocato e della sua autonoma e intelligente fidanzata a sua volta ha fatto da preludio a una siesta profonda, di quelle che non mi capitano mai perché no, io non sono brava a dormire il pomeriggio, specialmente alle 4 del pomeriggio fino alle 6.

"Batti il ferro finché è caldo" mi aveva detto A., amica di Irlanda, giovedì mattina quando le avevo raccontato del triste episodio della sera prima e dell'abbraccio inaspettato e tenero datomi da un quarentenne in calzoni di piagiama a quadretti e maglietta bianca di Luz de Gas (nota discoteca figa di Barna, NdS) accorso in soccorso mentre io, con voce tremante, cercavo di spiegare ad un operatore del pronto soccorso o servizio analogo cosa stava succedendo.

Il ferro io non so batterlo, però suonare a un campanello quello sì so farlo.

Il libro nella copertina blu di Sellerio oggi si è fatto un giro sulla spiaggia di Barcellona. Il sole era già basso e il blu dell'orizzonte sfumava nel rosso del sole invisibile. La gente è uscita dal letargo agli scoppi del nuovo sole, il lungomare si è presto riempito di bici, di amici e di parole. Seduta sulla spiaggia a piedi scalzi, l'umidità mi penetrava le osse, ma io incurante ridevo ai commenti pseudomaschilisti dell'avvocato che guarda il culo di una suora e che finge competenze di astrologia druidica.

Come per incanto mi libero. Mi sento come tanto tempo fa, quando avevo il mondo ancora intero, quando a vent'anni è tutto chi lo sa.

E sì, potrebbe succedere. Potrebbe.

A volte dico sciocchezze e sorrido troppo. Però non importa. A ver.

6 commenti:

Flavio Villani ha detto...

Beata te con il lungomare che si riempie di bici amici parole!
Qui terra e mare ghiacciato sono indistinguibili sotto la neve fresca.
:-(

A picco sull'oceano ha detto...

Ciao Flavio,
questo inverno è stato lunghissimo sul mediterraneo, figuriamoci in Finlandia. Speriamo che l'estate arrivi presto e sia mooolto lunga

Anonimo ha detto...

ciao Scogliera, sono di nuovo in pausa riflessiva dal blog. Non so se torno stavolta. Perciò non ti allarmare se trovi la schermata azzurra!
Continuiamo a scriverci però se ti va!
un bacione
ALS

A picco sull'oceano ha detto...

ALS, cioè mi hai scritto mentre io scrivevo a te? o subito dopo aver visto il mio messaggio?

E' che io mi sento persa senza il tuo blog. Mi piace la tua presenza costante nella mia vita virtuale.
E certo, puoi contare che ti scriverò...

Besos

Anonimo ha detto...

ho scritto due minuti prima e poi ti ho risposto! telepatia!

Anonimo ha detto...

...il titolo mi ricorda qualcosa...quattro stracci?

saluti
N