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martedì 2 settembre 2008

rileggendo questo post, capisco perché quel mio amico l'altro giorno mi ha detto che sono poetica (magari anche un po' patetica)

Da quando ho scritto questo, continuo di tanto in tanto a pensare ai miei luoghi dell'anima.

Ci sono posti che hanno fatto parte della mia vita e delle mie esperienze. Ci sono posti che ho condiviso con persone. Magari con una sola persona della mia vita. Ma non con le altre. Ci sono posti conservati in un angolino della mia memoria che i più ignorano. Ci sono posti che per me equivalgono alla vita.
E descriverli è opera da poeta o da scrittore, non da blogger qualunque. Non da trentenne sfaccendata che digita sommessa in un ufficio pigro.

Molti di questi posti rappresentano o hanno rappresentato oltre alla scoperta della vita un rifugio, più o meno consapevole, dalla vita stessa. O dalla me stessa pensierosa, malinconica e timida.

Molti di questi posti sono spiagge. O calette tra le rocce.
Molti di questi posti sono odore di mare, sole ardente e brezza estiva.
Sono riflessi argentei su mare verde o azzurro, a volte cristallino. Altre volte no.
Sono impronte di gabbiani sulla sabbia lunare di Caporizzuto alla foce di un fiumiciattolo. E sorpresa, e paura del peccato.
Sono corpi abbronzati e pelli lisce e spalle non abbronzate di pelli olivastre, con un solo pelo nero doppio e riccio. Sono ombelichi ripieni di batuffoli di lana.
Sono un balcone che affaccia sul cimitero e un balcone sul grande golfo, con scogli artificialmente collocati per frenare la furia invernale del mare. E rumore di telefilm poliziesco e di passi cadenzati e sbilenchi di nonna. Odori del passato.
Sono sorrisi e amore che non esistono più il giorno 2 settembre 2008 ma esistono in un cuore che il 2 settembre 2008 ancora batte, e ancora ricorda.

"Ricordo" viene da una radice indoeuropea, qualcosa tipo *cord/*card, da cui viene anche la parola "cuore".

Esistono spiagge buie, con la luce della luna, il mare come una pozza di acqua stagnante e quattro gambe, due pelose e due no che solcano l'acqua camminando sulla riva. Per migliorare la circolazione. Ridendo. Baciandosi di tanto in tanto. E che il nome di quel posto significhi davvero "forza dell'erba", o sia solo una paretimologia, poco importa.

Gli occhi possono essere considerati un luogo?
No, perché io quegli occhi li ho rimirati per ore e ore, giorni, anni. Come si fa con un paesaggio chulo, spettacolare, con scogliere incantante e verdi praterie.

E ho annusato l'odore degli alberi in boschi vicino a conventi e ascoltato parole che parlavano di purezza.

Ho passeggiato per vicoli umidi e antichi, guardando curiosa artigianato etnico. Tra odore di pizza e conversazioni in dialetto. Sono entrata mille volte nella chiesa di Santa Chiara, e ho mangiato arancini di riso nearby. Mentre i sogni miei segreti si cullavano nel bus.

Sono palme su spiagge greche isolate del mondo. E chele di granchi morti tra le dita di chi amavo.

Fiumi in piena. Quasi straripanti e io seduta sull'argine. E il ragazzo a parlarmi della pequeñita.

L'odore di fiume è così diverso dall'odore del mare. Eppure il fiume porta con sé le stesse storie. Il fiume è più malinconico. Meno guerriero del mare. Non ha l'ampio respiro del mare. E non ha la placida immensità dell'oceano. i grandi gabbiani. Ma ha decine di cigni appollaiati.

I golfi, tra i miei luoghi ci sono golfi. E monti bassi (che fossero di preti o no). E castelli su laghi.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sei una trentenne sfaccendata. Mi piace da morire proprio quello che hai scritto a metà post... :-)

A picco sull'oceano ha detto...

Kost, hai ragione, non sono una trentenne sfaccendata, sono una trentatrenne sfaccendata.

elastichica ha detto...

Poetica sicuro. Patetica, non credo. Mi he piacuto da morire questo post. Solo vorrei sapere cosa e "sfaccendata"...

A picco sull'oceano ha detto...

heyyyyyyyyyy

Sei la prima spagnola di cui leggo il blog che parla italiano e può leggere il mio yuppy :)

Sfaccendata è un po' come dire "vaga", "perezosa".

La definizione dal dizionario è questa:

1sfac|cen|dà|to
agg., s.m.
CO
1 che, chi è libero da occupazioni, temporaneamente non impegnato in attività abituali: in questi giorni sono s.
2 spreg., che, chi non ha voglia di fare nulla, perditempo, fannullone: al bar c’era il solito gruppo di sfaccendati, sei proprio uno s.!

Anonimo ha detto...

Boschi vicino a conventi... Vicoli umidi e antichi...
Quando ti leggo così riempirei di aggettivi carini la pagina dei commenti. Poi resisto. :-)

A picco sull'oceano ha detto...

eheheh, la prossima volta non resistere :-)