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venerdì 20 giugno 2008

La revetlla de Sant Joan

La città scalpita, i fortunati si preparano al ponte. I meno fortunati sentono comunque il clima vacanziero e cominciano a pregustare l'atmosfera – dicono speciale – della notte più corta dell'anno, la notte tra il 23 e il 24 di questo mese.

L'ayuntamiento allestirà concerti e altre attività in giardini e piazze. La gente andrà a emborracharse sulla spiaggia, libera dal pensiero che il giorno dopo si lavora perché in realtà non si lavora. Appunto! :-)

Scogliera alla scrivania annusa l'aria d'estate che entra dalla finestra spalancata. Oltre la finestra, el ruìdo de los coches e il palazzo violetto, ottocentesco, caldo di sole. E fronde verdi. Oltre il palazzo, lo spigolo di un altro elegante edificio, la cui balconata è chiusa all'angolo da una grande palla decorativa di pietra bianca. Ancora più il là, un enorme palazzo degli anni '70/'80, beige con persiane grigie e tegole ardenti dietro le quali spunta, quasi attesa dietro quello lo squallore, una gru. Perché le gru in prossimità di palazzoni da periferia sono un mistero della fede nelle grandi città. Lo sai che prima o poi le incontrerai.

Scogliera alla scrivania ode tasti, guarda i colleghi vestiti d'estate. Infradito, pantaloncini, colori imperversano per dare il benvenuto a questa calura tanto attesa.

Scogliera pensa alla sua escursione in montagna domani e al suo corpo che si immergerà in acque hopefully cristalline domenica. Sa che tutti, intorno a lei, stanno favoleggiando allo stesso modo del weekend che li attende e fremono per vedere la fine di questa giornata lavorativa, per liberare i loro orecchi delle note tutte uguali delle tastiere di cattiva qualità.

Non s'ode voce, solo traffico, pochi clacson, un'ambulanza di tanto in quando.

Dietro il foglio di Word su cui Scogliera scrive s'intravede la foto della città più bella del mondo. Un pezzo di mare a largo del molo turistico in basso e un pezzo del colle roccioso in alto. Con palazzi antichi e meno antichi pigramente immobili a godersi l'ultimo scorcio di sole che li coglie da destra. Ma forse, più probabilmente, non è l'ultimo raggio, bensì il primo, perché il sole in quella città in genere tramonta dall'altro lato della montagna. Scogliera s'incuriosisce e guarda la foto più in dettaglio, cercando di capire se le persiane dei palazzi in primo piano sono aperte o no. Il palazzo della Provincia campeggia bianco con i suoi innumeri occhi marrone scuro, dietro i quali Scogliera immagina attempati impiegati calvobrizzolati fingersi in importanti faccende affaccendati mentre sorseggiano calmi un caffé, buttando l'occhio al mare… Se il cervello è già accesso a prima mattina, si chiederanno anche cosa sta succedendo in mare, dove pescherecci bianchi azzurri blu, sbandierano striscioni e fanno ammuina. Il traffichino della situazione saprà già tutto per aver parlato, presto la mattina, con il barista, conoscente da anni, e per avere con lui commentato le notizie riportate nel giornale locale. Il traffichino renderà i colleghi edotti sullo sciopero. Commenteranno che l'Europa favorisce la Spagna e i funzionari donna si chiederanno se la domenica potranno cucinare la past-e-vvongole come sempre.

Scogliera si accorge di aver guardato nelle sue tasche, perché, sì, lei quel posto lo conosce come le sue tasche o di più (nelle tasche di Scogliera si trovano sempre oggetti inaspettati, lasciati lì a poltrire per ore, giorni, mesi, anni in base al grado di attività/attrattiva del capo di abbigliamento in questione). Scogliera si accorge che tanto ravanare nelle tasche le porta nostalgia. Le porta la nostalgia del passato, della mamma e degli spaghettini coi maruzzielli, degli odori che solo in quella grande città sono così… così intensi, così… immutabili. Odori di tutta la vita.

Un impellente bisogno di cambiare l'acqua alle aulive riporta Scogliera al luogo in cui si trova. La calura aumenta ma, memore dei giorni di pioggia, Scogliera ne gioisce.

Pensa alla notte che verrà. Alla ragazza au pair che se ne tornerà in America e ai suoi drink di despedida stanotte. E sì, è proprio il caso di dire stanotte e non stasera. Perché qui si esce all'ora in cui nella placida città della foto Scogliera soleva ritirarsi.

13.03, tra un po' si mangerà. Scogliera, placida, attende.

18.02, la giornata è agli sgoccioli. Un caldo sole attende Scogliera all'uscita della prigione, ehm... dell'ufficio

3 commenti:

flounder ha detto...

ho amato molto questa tua presentazione sul lato destro del blog.
quanto di più essenziale si possa dire riferendosi a se stessi.
brava.

A picco sull'oceano ha detto...

grazie Flounder :)

Flavio Villani ha detto...

Il profumo di festa estiva entra lievemente dalla finestra, indugia un po' tra il ticchettio della tastiera e si confonde nei ricordi.
E si ritorna alla realtá di tutti i giorni.
A me che manca l'estate mediterranea, tornano spesso in mente ricordi di vacanze al mare.