Al piano di sotto Gloria Gaynor urla I will survive, e Victor con lei. O magari non è Victor. Si tratta di un uomo, comunque. Sta cucinando credo. Si vede l'ombra attraverso la tenda bianca. Ha la luce accesa. Quella cucina l'ho vista altre volte dalla finestra. Mobili di lacca lucida rossa. Anzi no, ho controllato, non viene dalla casa della cucina rossa, ma dalla casa di sotto. Allora non è Victor. E non è una cucina, dev'essere una camera da letto. Sarà uno dei regazzi punk-a-bestia di nazionalità non identificata. Anche se non sembra musica da punk-a-bestia. Questo è un pregiudizio culturale. Che tipo di musica ascolterebbero i punk-a-bestia?
Intanto Glorya Gaynor è diventato un altro motivo allegro che non conosco. E l'uomo misterioso lo fischietta.
Mi ha distratto dalla mia solitudine e dalla mia infelicità.
Mi ha distratto dal pensiero dei miei errori. Dei miei errori di tutta la vita. E anche ora, mentre scrivo, questa musica mi dà speranza.
Come sto, qualcuno mi chiede di tanto. Come sto? Sto così. Sto. In questa città che non è la mia, ma ci somiglia abbastanza. In questa città dove italiani, francesi, inglesi, sudamericani, pakistani si sentono a casa. In questa città che accoglie tutti. In questa città con più gay che donne sposate.
La musica si è fermata. L'uomo ha chiuso la finestra. Aspettate... vado a sbirciare. Telefono a mamma, va...
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10 giugno 2008 - ore 0:16
Comunque, ho chiesto delucidazioni al mio coinquilino. E sì, la casa di Gloria Gaynor è anche la casa di Victor. Che poi dal mio punto di vista Gloria Gaynor ha un alto effetto afrodisiaco, ergo magari Victor era in dolce compagnia.
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Post scriptum. Mentre scrivevo la data mi sono accorta che oggi mio nonno avrebbe compiuto 99 anni. Così, per dire.
lunedì 9 giugno 2008
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5 commenti:
vorrei essere lì anche io, madonnina!
Heilà, chi si vede :-)
Se vuoi ti presto Victor come vicino di casa. Cosi lui e Goloria Gaynor possono volgere in bello anche le tue di serate. :-)
Però poi me lo restituisci. Se no io come faccio? :-)
Hasta luego, :-)
Scogliera
Ci si sente soli fino a quando non si scoprono le ricchezze custodite in noi stessi.
É normale un po' di solitudine quando ti trasferisci in un'altra cittá/nazione. Poi si fanno tanti amici e si rimpiange il tempo in cui si stava da soli!
:-)
Flavio, hai ragione. Il fatto è che in questi giorni la mia è più una solitudine esistenziale. Il mio cuore e il mio cervello fanno bilanci e vedono il mio piatto mezzo vuoto…
intanto salutami Victor... (sicura non fosse mio fratello che ballava e cantava nudo per casa mentre cucinava!?!?... forse no... lui sta a pisa!)
capisco la solitudine dei "bilanci"... peròsii onesta con te stessa... vedrai che il piatto (o il bicchiere) sarà più che mezzo pieno...
spesso siamo più cattivi con noi stessi di quanto ci meritiamo veramente, almeno a me capita così... poi ti accorgi che in realtà in quel piatto un po' di cose mancano solo perchè non ce le hai messe!
besos!!
(P.S. la tua situazione a me è capitata a tra dicembre e maggio... è difficile fare bilanci quando si è da soli in un paese straniero! suerte!!)
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