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giovedì 30 agosto 2007

Don V.

Stavo per andarmi a schiaffare sul letto per una meritata siesta da raffreddore incipiente quando...

driiin driiiin (in realtà il mio telefono fa trtrtrtrtrtr, ma poi non capivate che è un telefono) :-)

Sco: Pronto
Voce a telefono: Signò (tono allegro)
Sco: Chi è?
["i ricordi si affollano in fretta", ndS]
Voce: "cognome di mia madre" [con intonazione interrogativa]
Sco: Don V.! Sono "nomediscogliera". Mamma non c'è. Come state?
Voce: Nome di scogliera! Sto bene! Volevo fare gli auguri a mammà e tu come stai? Ma staj ancora in (pausa con farfuglio, non si ricordava la nazione)... all'estero?
Sco: No no, sto a "CittàdiScogliera". Mi fa piacere sentirvi. Riferirò a mamma che avete chiamato.
Voce: me la saluti tanto! Un abbraccio
Sco: Grazie. Buone cose, Don V.

Ho dovuto scrivere, perché questa breve conversazione mi ha inondato il cuore di gioia.
Don V. è un personaggio della mia infanzia. A dispetto delle apparenze, non è un prete, ma il guardiano del condominio in cui vivo. Cioè lo era all'epoca della mia infanzia. Qui da noi, si aggiunge il Don per rispetto quando si parla con gli uomini anziani.
Adoro la sensazione dei ricordi che riaffiorano alla mente perché ascolti un suono noto che non sentivi da anni e anni o perché il tuo olfatto viene stimolato da un odore di quando eri bambina e che avevi dimenticato di conoscere (ne parlava Viola un po' di tempo fa).

È stato così con la voce di Don V.
Quando ero bambina, Don V. avrà avuto più o meno 55 anni, per me ovviamente era un vecchio. Veniva a rimproverarci quando io, hermanita, S&L scendevano giù troppo presto il pomeriggio magari armati di supersantos e filo di lana per improvvisare una rete di pallavolo. Ci portava la posta. Faceva da intermediario con "il drogataccio" del piano di sopra. Li conosceva lui, erano del suo quartiere. Sapeva tutto sulla mamma di xxx che faceva la prostituta in Sicilia. Diceva che xxx era un bravo giovine ma sfortunato. Si sorprendeva però anche lui di quello che succedeva e prendeva a cuore il fatto che noi fossimo bambine. Era un portiere gentile. Sempre col sorriso. Faceva piaceri a tutti. Era sempre a disposizione e lo diceva anche "signò, per voi a discposizione, qualunque cosa".
Quando è andato "in pensione" ho scoperto che non era mai stato assunto. Mia madre e altre signore del quartiere raccoglievano i soldi per una colletta per dargli la buonuscita.
Dopo un po' che non lavorava più qua, ha avuto un infarto credo o qualcos'altro ed è stato per un po' in ospedale, mia madre ogni tanto andava a trovarlo, con altre signore.
Don V. chiama a tutti gli onomastici di mia madre e a Natale. Mia madre mi ha detto che non esce più di casa.
E dalla voce si capiva che non ha più un dente in bocca. Mia nonna diceva sempre "che brava persona Don V."

In una voce, un pezzo di me.

1 commento:

isline ha detto...

mi hai ricordato una persona della mia infanzia...
che malinconia!