La nullafacenza un po' ti abbatte. Non che non avrei cose da fare... oggi ho smaltito le fatture arretrate e mandato un po' di mail, di lavoro e non.
Poco fa pensavo che questo strano umore potrebbe provenire dalla mia percezione fisica di questi giorni che l'estate è finita e l'inverno si appropinqua. Le giornate sono più brevi e la gente lavora come le formichine, tutto il giorno, poi alla fine dell'orario di ufficio inonda strade e mezzi di trasporto, bar e negozi per il meritato riposo.
Quest'estate sono stata così contenta di vivere l'estate mediterranea che pensavo sarebbe durata per sempre. E devo dire la verità, qui durante le ore diurne il sole è davvero caldo, solo al tramonto si sente il fresco. E invece no "l'estate sta finendo"...
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Ieri dopo tanto tempo sono andata a Napoli. Erano almeno due anni che non ci andavo. E sono almeno 5 anni che ho smesso di lavorare lì...
Mi è sembrata più pulita, hanno ridipinto molti palazzi, ma Piazza Garibaldi e Piazza Borsa sono ancora cantieri.
L'aria tuttavia è pesante. All'altezza del mio naso (almeno 165 cm da terra) si annusava lo smog, come fosse veleno, anche quando non si è in prossimità di strade trafficate.
Via Benedetto Croce è ancora il mio posto preferito, e nei vicoli in prossimità dell'università c'è ancora un altro mondo, fatto di pizze e parigine* e negozi orientali supereconomici. Piazza San Domenico si animerà fra un mese suppergiu, con tutte le bancarelle degli artigiani no global, assieme al prossimo vicolo di santa Chiara. E la vita si ripete.
A Palazzo Corigliano gli addetti alle pulizie spazzavano lo scalone che ho percorso di corsa migliaia di volte, con l'ansia dovuta al dover affrontare qualcosa che sembra difficile ma a cui si tiene tanto. Con la soggezione dovuta alle ampie sale, alla storia che filtrava ad ogni angolo, ad i libri polverosi e usurati che giacciono negli scaffali. Con la consapevolezza che il suolo su cui sorgeva il palazzo era secoli fa calpestato da uomini che parlavano un'altra lingua e la cui cultura è stata la base della nostra attuale.
Ho preso lo stesso autobus che prendevo quando lavoravo lì. Alla stessa ora. E la cosa incredibile è che dopo 5 anni alcune delle facce erano le stesse.
Io ho cambiato lavoro tre volte da allora, ma quelle persone trascorrono ancora otto ore della loro vita in un'altra città. E percorrono un congruo numero di chilometri ogni giorno, e quando tornano nelle loro case è già buio.
Pare che questa sia la vita. E pare che io sia l'unica che non lo accetti. Scogliera la ribelle. Scogliera, che negli ultimi 7 anni ha vissuto in 4 diverse città. Ha cambiato lavoro... vediamo... 5 volte... beh sempre lo stesso tipo di lavoro... Scogliera a cui mancano i suoi amici che vivono sull'Atlantico o quelli che vivono dall'altra parte del Mediterraneo. Scogliera che sente una forte nostalgia dell'uomo che vive sull'adriatico... Scogliera, quella lì, il "bicho raro"... che vive tutto con pathos, come diceva la mia catechista quando ero ragazzina...
Parlavo di Napoli. Sono stata per la prima volta al Vomero. Sì, da non credere, dopo tutto il tempo speso a Napoli, per sette anni suppergiu, in realtà non ero mai stata al Vomero. Non sono mai nemmeno stata a Posillipo a ben pensarci. Beh la vita del pendolare... quella di cui parla Grechi ne Il mio cappotto. Il Vomero mi ha ricordato Madrid. Ma un po' più fighetta. La gente era tutta tirata a lucido, uomini incravattati e donne superfirmate dalla testa ai piedi. Perfino la FNAC è più "pereta" di quella delle altre città.
* La "Parigina" è una specialità gastronomica che ho buone ragioni di credere esista solo a Napoli. Nella mia città non esiste e se esistesse avrebbe probabilmente un nome diverso, qualcosa come Focaccia prosciutto e pomodoro. Ma una parigina è molto più di una focaccia, soprattutto perché il coperchio della focaccia è in realtà fatto di pasta sfoglia e non della pasta della pizza. Quando a 18 anni ho cominciato a frequentare Napoli, la parigina è stata la mia prima passione. Beh anche la montanara e il panino napoletano non sono male, ma per quelli mi servirebbe un altro post. :-)
martedì 2 ottobre 2007
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1 commento:
Penso sia davvero incredibile tornare dopo tanto tempo e ritrovarsi le stesse facce, le stesse persone. Sono convinto che i mezzi pubblici di trasporto siano quasi un mondo a sé, dove la gente bene o male è una grande famiglia.
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