Uscita dall'ufficio prima del solito, Ludovica torna a casa di buon umore e soprattutto affamata. Apre la porta di legno scuro dell'appartamento. Le luci sono spente. Nessun rumore. Accende la luce nel grande soggiorno dalle pareti una volta bianche e posa il sacchetto della spesa sulla piccola tavola da pranzo decorata da un centrotavola a quadroni verdi e viola. Entra in una camera da letto in cui troneggia un letto coperto d'azzurro e in cui vestiti e scarpe sono sparsi un po' ovunque. Si disfa del soprabito e in un balzo è in cucina. Padella, tagliere, cipolle, verdura, pollo. Dopo 15 minuti è in camera sua che mangia davanti al pc accesso.
Ludovica: allora, com'è andata la giornata?
Giuseppe: bene, tra un po' vado da Vanni a vedere la partita con tutti gli amici del fantacancio. Mangiamo la pizza.
Ludovica: Diavola?
Giuseppe: sì io sono un abitudinario, mangio sempre la stessa pizza, leggo la targhetta dell'ascensore tutti i giorni...
Ludovica: sono un abitudinario come Elio?
Giuseppe: yeah
Ludovica: beh ora scendo, vado a telefonare a mia madre.
15 minuti più tardi
Voce: Pronto?
Ludovica: Ciao
Voce: Pronto?!
Ludovica: Mamma? Pronto?
Voce: Ludovica! Ciao!
L: Ciao Mamma! Come stai?
MdL: Bene, sto proprio bene. Ho un messaggio per te. Ti ha chiamato Maura, quella tua amica di Roma.
L: Ah sì? Mi fa piacere
MdL: Non lo sa sapeva che vivi a Barcellona.
L: Sì, l'avevo chiamata prima di partire, ma non la trovai.
MdL: ha la possibilità di mandare una persona a insegnare in America per un anno. E ha pensato che poteva fa rti piacere. Lo stipendio non è molto alto, ma avresti vitto e alloggio. Le ho già detto tutto, Cce hai un contratto a tempo indeterminato etc. MI ha lasciato il suo recapito, così la chiami e le dici.
L: insegnare cosa?
MdL: ah questo non lo so.
L: vabbè, tu come stai? che mi dici? io oggi...
15 minuti più tardi.
Ludovica passeggia tranquilla in un vicolo del centro storico di barcellona, con le vetrine illuminate e il popolo vociante a due passi da lei. Nella mente pensieri vaganti.
Ah così Maura non si era dimenticata di lei. E' strano come lasciamo una traccia nella mente della gente, a volte. Come la stima che qualcuno ha avuto di noi anni orsono non diventi polvere.
Insegnare italiano in una università americana? ad agosto. un anno. Gli Stati Uniti non sono la mia cup of tea. Voglio libertà, non schemi. Piuttosto l'Argentina, il Perù, il Guatemala. Sono qui da troppo poco... e ci sono venuta per voglia di sedenterietà... Bello cullarsi nell'idea però. Ma la vita è un'altra cosa. Pero bello che Maura ancora mi pensi. Certo se fosse stato per insegnare linguistica, non ci avrei pensato 30 secondi. "non hai vinto, ritenta".
Ludovica è arrivata a casa, al PC c'è Dorotea. Ludovica racconta la novità, ma le ossa le fanno male, e il cervello è mezzo addormentato...
mercoledì 27 febbraio 2008
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