Ancora qui, è una malattia?
Beh è che fa così caldo che non viene proprio voglia di uscire.
E ho la mente piena di pensieri. Scrivere mi aiuta a scovarli nelle pieghe della mia mente.
Poi c'è che ho dentro pensieri ed emozioni che non tiro fuori, non solo perché non mi sembra che ci sia davvero nessuno interessato o che comunque possa davvero capire cosa mi succede, ma anche perché in fin dei conti mi sembra un po' inutile. Sono cose che devo chiarire con me stessa. E il blog è un po' questo: parlare di me stessa a me stessa.
Sull'orlo della scogliera, parlare al mare del vento che soffia.
Poi c'è che sento che dovrei volere qualcosa nella vita. E invece? Se voglio qualcosa dopo un giorno o due mi sembra di volere qualcosa di veramente effimero. Ma se provo a impegnarmi per qualcosa di meno caduco, mi spavento. E mi sembra troppo impegnativo.
Penso all'uomo col cellulare, con cui in questi giorni mi sono sentita bene, a mio agio, nonostante le difficoltà iniziali del primo incontro. Ieri è stato bello stare con lui e con degli amici miei, e sentire che stavamo entrambi bene. Come se fosse la prima volta. E forse lo era.
Le cose cambiano, inevitabilmente.
È che uno dovrebbe impegnarsi a prescindere. Qualcosa è interessante al 50%? Ma non c'è niente che ti interessi al 60% o al 70% o di più? Beh fai ciò che ti interessa per metà. Ma no, io non sono così. Ho sempre bisogno di 150 ragioni per fare le cose.
Beh sono stanca anche di scrivere. Un po' stanca di me stessa, a volte.
domenica 22 luglio 2007
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